Il Natale a casa Di Giorgio

Cuore
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Il nostro Natale è super tradizionale. A parte la data...(che non è un dettaglio da poco)

Nessuno dei Di Giorgio e affiliati vari è particolarmente religioso (a dire il vero non lo siamo per niente), quindi viviamo il Natale come una bella festa di famiglia, diversa dalle altre solo per la presenza dell’albero (mai visto un presepe in casa nostra) e per il piacere di aprire i regali tutti insieme.

Come li scegliamo? Non assecondando le richieste de La letterina di Natale (che poi è anche il titolo di un bellissimo racconto che trovate sul numero di Confidenze in edicola adesso), ma con una trafila macchinosa eppure super rodata che inizia addirittura a fine agosto. Ancora abbronzati dalle vacanze e nel tepore settembrino, infatti, cominciamo con il buttare lì domande a (finto) caso sull’ultimo modello di sci o sul golf a dolcevita più cool, offrendo all’interrogato di turno l’occasione per stilare un simpatico elenco di desiderata.

Una volta radunate tutte le informazioni, vengono scambiate tra i familiari con telefonate “segrete”, il cui vero scopo è attribuire destinatari e mittenti in modo equo (in realtà, i regali più belli li fa sempre la nonna, senza dubbio la persona più generosa del gruppo, e noi ci dividiamo quelli che restano).

Questa strategia apparentemente complicatissima, nel tempo si è dimostrata infallibile per far sì che ognuno riceva qualcosa che gli piaccia un sacco. Con la sorpresa, però, perché nessuno si ricorda cosa aveva suggerito in maglietta, shorts e infradito tre mesi prima.

Archiviata la pratica doni, arriviamo alla seratona, sempre anticipata rispetto alla data canonica per permettere a chi vola al caldo di non svenarsi per un biglietto aereo da alta stagione. L’appuntamento (quest’anno è previsto per il 19) comincia ogni volta con la solita tiritera: «Mangiamo prima o apriamo i regali?». Ce la giochiamo a pari e dispari e, comunque vada, a un certo punto ci sediamo a tavola davanti a un menu invariato dai tempi dei tempi (siamo convinti che cambiarlo porti sfiga).

Concludono i festeggiamenti la nonna che dispensa avanzi della cena a chi non salirà su un aereo, con la scusa che lei l’indomani si metterà a dieta. Noi che usciamo da casa sua carichi come i re Magi. E un giro di telefonate notturne di commenti, biascicate perché tutti quanti parliamo masticando i dolcetti della meravigliosa scatola del Galli personalizzata (i milanesi che mi leggono sanno che si tratta di tanta roba), che la mitica nonna regala a ognuno di noi definendolo il “suo pensierino in più” .

Facendo i miei davvero più cari auguri a tutti, cito testualmente una frase di una rara lettera a  Babbo Natale scritta dai miei figli anni fa: «Vorremmo un computer. Per favore, non portarci un genio, ma neanche un baraccone».

 

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