Cosa succede quando lui si mette a fare il ragazzino a sessant’anni e non accetta il tempo che passa?
Già perché non siamo solo noi donne a controllare allo specchio le prime rughe (e anche le seconde e le terze) o a strizzarci in vestitini di una taglia in meno per ritrovare il punto vita di due anni prima. Anche gli uomini hanno paura d’invecchiare, alla faccia del fascino delle tempie grigie.
Quando ho letto su Confidenze la storia vera Non ti riconosco, raccolta da Anna Magli, dove la protagonista Cinzia è alle prese con un marito che ha deciso di fare braccio di ferro con il tempo che passa, mi è venuto da sorridere e poi ho pensato: a me non succederà mai.
E non lo dico con arroganza o perché abbia un marito stile Nembo Kid, ma semplicemente perché il mio lui è di quegli uomini che nell’animo non sono mai cresciuti, sono rimasti eterni ragazzini, sempre curiosi delle novità, con la voglia di fare e sperimentare cose nuove. E un po’ lo invidio.
Lo vedo con nostro figlio dodicenne:, è capace di intrattenerlo, si informa sull’uscita dei suoi giochi preferiti, gli fa vedere il film che magari io gli vieterei, insomma lo fa divertire, come io purtroppo non riesco a fare. C’è chi è giocoso nell’animo e chi no. Risultato, nostro figlio considera il padre più un amico che un genitore.
La sua vulcanica voglia di fare si esprime poi al meglio nelle attività sportive dove chi gli sta vicino non conosce tregua: si va a sciare e possibilmente dopo in piscina, così ci si rilassa un po’. Al mare non riesce a stare fermo un minuto: è un continuo fervore tra barca a vela, pallavolo e racchettoni. In tutto ciò è perennemente seguito da un’orda di ragazzini che lo adorano perché unico genitore che si prende cura di loro e li fa divertire (gli altri, me compresa, sono sotto l’ombrellone con il giornale spianato).
Insomma chi rimane giovane dentro ha una marcia in più, e questo credo che sia un po’ la magia che fa la differenza tra chi cerca di tingersi i capelli e magari si compra la moto a sessant’anni.
In ogni caso bisogna essere indulgenti: come la protagonista della nostra storia ogni tanto tocca anche a me farlo tornare con i piedi per terra e ricordargli che comprarsi la felpa uguale a quella di suo figlio può andar bene, ma che i ragazzi hanno sempre bisogno dell’esempio. La sua risposta? Tanto ci sei già tu che lo dai…
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