Il mio legame con questo giornale nasce tanti anni fa, grazie alle donne della famiglia. E oggi continua con l’impegno a commentare per voi, ogni settimana, i fatti che più ci colpiscono o commuovono
Confidenze ha la mia stessa età. E appartiene, di fatto e da sempre, alla mia vita. In casa mia lo leggevano, senza saltare neanche una settimana, mia nonna, mia madre, e perfino la tata Iaia, mia nutrice e fedelissima collaboratrice domestica di mia madre. Una donna speciale, che a 50 anni aveva imparato a leggere e a scrivere seguendo in televisione le lezioni di Non è mai troppo tardi del maestro Alberto Manzi. Di lei, delle donne della famiglia e di Confidenze conservo un ricordo particolare.
TRE DONNE (E UNA BIMBA), UN RACCONTO
Una volta Iaia lesse su Confidenze la storia di una donna rimasta vedova a 40 anni (proprio come lei) che faceva il suo stesso lavoro (altra coincidenza). Quella donna raccontava di aver incontrato, a Roma, un uomo della sua stessa età, un bidello che, quando lei andava a prendere a scuola le figlie della sua datrice di lavoro, le sorrideva sempre e un giorno le aveva chiesto di uscire. Così, alla fine, i due si erano fidanzati e poi sposati. Iaia aveva vissuto un’analoga storia d’amore, ma purtroppo non a lieto fine. Perciò, la nostra tata decise di scrivere anche lei la sua esperienza a Confidenze. Ma, poco esperta di scrittura, di ortografia e di grammatica e sempre in difficoltà con le doppie e con le “a” con o senza “h”, chiese a mia madre e a mia nonna di darle un aiuto. E così, in tre, si misero a confezionare quel racconto in “stile Liala” che, mentre veniva scritto, suscitava in Iaia (e non solo) un’emozione grandissima. Io ero lì, accanto a loro. Testimone, a pochi anni, di quello scompiglio di lacrime e sospiri. Nonostante fossi piccola, ho ancora impressa nella mente la scena di quella coinvolgente e toccante scrittura femminile a sei mani. Delle tre, la più esperta era mia nonna, che di Liala aveva letto tanto e ne conservava tutti i libri. Volumi preziosi che oggi occupano uno speciale spazio della mia libreria, accanto ai romanzi della mia infanzia e adolescenza, dall’indimenticabile e dolcissimo Piccole donne di Louisa May Alcott fino alla dura Lettera al padre di Franz Kafka.
UN SOGNO REALIZZATO
Quel racconto fu, poi, inviato alla redazione di Confidenze, ma non ho idea o non ricordo come sia andata a finire. Comunque, la dedizione alla rivista non è venuta mai meno per le donne della mia famiglia. Anch’io, oggi, ne sfoglio le pagine ogni settimana, prima per rileggere la mia rubrica, poi per tutto il resto. Perché il sogno delle mie tre care donne di famiglia io l’ho realizzato: ogni settimana scrivo per questa rivista speciale. ●
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