Ricordo che quando ero adolescente tra noi coetanee non parlavamo mai dei nostri difetti fisici. E se anoressia e bulimia erano vocaboli praticamente sconosciuti, forse era perché chi non si trovava bene nel proprio corpo non lo sbandierava ai quattro venti.
Morale, le più belle della scuola se la tiravano a mille. Ma lo stesso atteggiamento di superba alterigia lo adottavano anche le meno carine. Tant’è che per lungo tempo ho pensato che, in fatto di immagine, l’allora gioventù fosse molto più scialla rispetto a oggi. E che non gliene importasse granché di forme perfette e peso da manuale.
In realtà, ho scoperto che mi sbagliavo della grossa. Infatti, c’è una caterva di amiche e conoscenti che continuano a confessare quanto da ragazzine si sentissero brutti anatroccoli.
Ogni volta che sento queste affermazioni, mi si gela il sangue nelle vene. Perché a quell’età, pur sognando seno più grosso, gambe più lunghe e meno ciccia a foderarmi, io non ho mai litigato con l’aspetto fisico. E per fortuna. Perché nonostante fossi carente di quei tre dettagliucci, non ho mai perso la mia incontenibile gioia di essere al mondo.
Peccato che poi, con il passare degli anni, abbia iniziato anch’io a fare i conti con le imperfezioni: quelle dettate dal tempo. Non a caso, il titolo di un articolo su Confidenze in edicola adesso, Ora mi guardo allo specchio con amore, lo cambierei subito in un più sincero Ora mi guardo allo specchio con orrore. Ogni volta che mi vedo riflessa, infatti, non mi sfugge il lento ma inesorabile cammino che viso e corpo hanno intrapreso verso l’inflaccidimento, senza neanche avvisarmi.
A peggiorare le cose c’è che l’incontro con lo specchio avviene ogni sacrosanto giorno nell’orario peggiore. Cioè, alla mattina appena mi sveglio, con il faccione ancora gonfio e gli occhi pesti, quando tutto va bene. Oppure con anche le righe del cuscino stampate lungo le guance, le volte in cui ho dormito come un sasso.
Certo, dopo la doccia e la colazione la situazione migliora un po’. Ma non può comunque competere con la freschezza di un volto sedicenne, teneramente gradevole anche se costellato dai tipici brufoletti dell’adolescenza. Un periodo meraviglioso che non dovrebbe finire mai.
Invece, tanti giovani quegli anni magici se li vivono male. Soprattutto le ragazze, bombardate da modelli di perfezione che possono spingerle sul baratro dei disturbi alimentari.
No, no, no! Invece di studiare ogni centimetro del proprio corpo, esorto le fanciulle in fiore a ricordare cosa le aspetta: mille cose da scoprire, un milione di mete da raggiungere e un miliardo di amori da vivere. Traguardi talmente preziosi che non devono allontanarsi per il cruccio di qualche chilo di troppo o di un naso un po’ troppo pronunciato.
La vera bellezza, infatti, non sta in una silhouette perfetta né in un viso da copertina. Per questo alle teenager convinte che la natura non sia stata abbastanza generosa con loro suggerisco di comportarsi lo stesso come se fossero dee calate sulla Terra. Perché quando fra un po’ di anni rivedranno le foto di oggi, si accorgeranno di quanto fossero comunque carine. E sprecare l’adolescenza con paranoie estetiche è un peccato imperdonabile.
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