Mi piacerebbe andare al cinema a vedere Florence Foster Jenkins di Stephen Frears (nella foto qui sopra, una scena), perché mi hanno detto che spiega magistralmente una cosa: per amore si può fare di tutto. Nello specifico, Hugh Grant è il dolcissimo marito di Meryl Streep e s’impegna a fondo per realizzare il più grande sogno della sua amata.
Sì, per amore si può fare di tutto. Dunque anche cambiare. Ma è giusto farlo?
Per quanto mi riguarda, credo che la risposta possa essere: cambiare sì, snaturarsi no.
Tipo: a 16 anni ero vegetariana, ma il mio fidanzatino di allora mi ha convinta a mangiare una bistecca almeno due volte alla settimana, a 19 mi sono iscritta a una facoltà universitaria che non mi convinceva solo perché il mio ragazzo me l’aveva consigliata, a 23, seguendo i suggerimenti della mia cotta del momento, ho rinunciato a una proposta di lavoro che m’interessava.
Adesso lo so: quelle tre volte ho sbagliato, perché mi sono trasformata in una “persona che non sono io” per compiacere un uomo. Mi sono snaturata, appunto.
Può succedere, ma è dannoso.
Per contro, cambiare è necessario perché il passaggio da “io” a “noi” prevede necessariamente qualche compromesso e rinuncia.
Parliamo di questo argomento sul numero di Confidenze in edicola questa settimana, nell’articolo Si può cambiare per amore?
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