Sono cresciuta fino ai 27 anni con un padre che adoravo a tal punto da considerare verbo tutte le cose che diceva. Tranne una: secondo lui, una donna single aveva per forza qualcosa che non andava. A dir la verità, ai tempi non avevo motivo di chiedermi se avesse ragione. Ero sposata da poco, sempre incinta (ho scodellato due meravigliosi bambini uno dopo l’altro) e convinta che avrei passato la vita accanto a mio marito.
Le cose non sono andate così. Il papà dei miei figli oggi è il mio migliore amico, ma sentimentalmente abbiamo preso strade diverse. E da quando ci siamo separati ho passato dei periodi sola, rendendomi conto che la teoria del babbo era una clamorosa bufala. Non mi sono mai sentita così padrona del mio tempo e libera nelle mie scelte. Non in quelle importanti (che in famiglia facciamo ancora tutti insieme), ma riferite alle piccole cose quotidiane. Per esempio, decidere se andare o no al cinema e, se sì, a vedere quale film. Sembra un niente, ma assicuro a chi è in coppia (e me ne rendo conto quando lo sono anch’io) che non lo è.
A fare la differenza, è che tipo di single sei. Se sei stata lasciata, è ovvio che ti senti uno straccio. Però il problema non è non avere nessuno accanto, ma non avere Lui. Mentre se hai rinunciato all’amore per la carriera, sapevi quel che facevi e non puoi recriminare.
Detto questo, io che sono innamorata dell’amore vi dichiaro ufficialmente che preferisco la vita a due. Ma (se mi sentisse mio padre mi chiederebbe se mi sono bevuta il cervello) da qualche tempo credo a chi sostiene: Sì, sono single e felice. È il titolo dell’articolo che trovate sul numero di Confidenze in edicola in questi giorni. E che non saprei come contestare. Perché quando sei sola la tua vita torna adolescenziale: dormi poco, sei sempre in giro, aperta ai programmi più stravaganti e frequenti gente che non vedresti mai, visto che appare nella tua vita come per magia.
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