Alla domanda Esiste ancora la crisi di mezza età? (titolo di un articolo che trovate su Confidenze in edicola adesso), rispondo senza tentennamenti: sì! Poi, vado a leggere il pezzo e scopro che la maggior parte delle persone tra i 37 e i 55 anni la vivono per obiettivi non raggiunti o ambizioni tradite e mi sento fuori dal coro.
Non ho fatto una carriera degna di nota e nella mia vita adulta non è successo tutto quello che ho sperato. Però alla mattina (non sempre, per carità) mi sveglio ancora con la curiosità di vedere cosa mi riserva la nuova giornata. E questo a dispetto delle 53 candeline che ho spento qualche mese fa.
Quindi, credo che difficilmente arriverò a compiere gesti eclatanti per sentirmi giovane.
D’altronde, se non ho mai mollato il lavoro per fare il giro del mondo né mi sono sparata tutti i miei soldi in cazzate, è perché sono cose che non rientrano nel mio carattere. Ma se un giorno impazzissi e di colpo le trovassi allettanti, non le farei proprio per l’età che ormai ho raggiunto. Ed è questo che mi dichiara ufficialmente vittima degli anni: penso che i miei rendano la vita un po’ claustrofobica, perché non sono più io a scegliere, ma i dati anagrafici.
Insomma, secondo me a scatenare la crisi di mezza età è la limitazione che questa dà alla libertà. Nelle cose importanti, è ovvio, ma soprattutto in quelle più stupide. Per citarne alcune, mettere ancora gli shorts per venire in redazione (riderebbero i polli). Passare alla sera dal bar per vedere chi c’è (non troverei nessuno di interessante visto che farsi una birra in piedi fuori da un locale non è roba da cinquantenni). Partire in gruppo per una vacanza on the road (non racimolerei neanche un partecipante). Oppure andare a ballare con una mia amica (ci prenderebbero per due tardone in caccia).
Ecco, è questo il brutto di avere mezzo secolo sulle spalle: non sei così in là da tirare in remi in barca, ma neppure abbastanza in qua da non apparire ridicola e fuori luogo. E se venite a dirmi che non è vero, vi propongo un gioco: tornate alla vostra adolescenza e pensate (vi sarà capitato almeno una volta) a quanto avete riso alle spalle di quella vecchia (anche se aveva 35 anni per voi era una bacucca) in pantaloncini mozzafiato (anche se se li poteva permettere a voi faceva orrore), con un gin tonic in mano (anche se era solo un’acqua tonica, quel bicchiere vi sembrava di troppo) scatenata con un’amica in discoteca (anche se dal tavolino le ammiravano mariti cotti marci a voi parevano patetiche).
No, no. Scusate tanto, ma essere lo zimbello di strepitose ventenni con la vita davanti non mi va. E se la colpa è solo di quella vigliacca della crisi di metà, pazienza. Io, comunque, non ci sto.
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