Su Confidenze in edicola parliamo di sorelle (nell’articolo Nessuna come lei di Rossana Campisi), un rapporto pieno di luci e ombre che negli ultimi mesi ha risvegliato l’attenzione di cinema, letteratura e psicanalisi. Anche noi nel nostro piccolo non possiamo che confermare la tendenza, mai come in questi mesi abbiamo ricevuto così tante storie vere di sorelle, capaci di sviscerare a volte anche in modo spietato e senza sconti questa relazione che ci portiamo dietro dalla nostra infanzia e che in un modo o in altro continua a influire anche in età adulta. Parlo per esperienza diretta, ho una sorella più grande di me di soli due anni e mezzo, con cui sono cresciuta pressoché in simbiosi per tutta l’infanzia e l’adolescenza. Così ho sperimentato sulla mia pelle tutto quel corollario di rivalità, dispettucci e prevaricazioni che fanno parte della sorellanza, ovvero “quel misterioso legame fatto di dipendenza psicologica e ricerca della propria identità che scandisce ogni rapporto tra sorelle” come spiega il nostro articolo.
Dalla classica gelosia e rivalità per un giocattolo, «È mioooooo» urlava a squarcia gola quando mi avvicinavo a un suo giocattolo (di solito dimenticato in un angolo da tempo, ma poiché oggetto del mio desiderio di nuovo appetibile e indispensabile), alle liti a tavola per chi si aggiudicava la porzione migliore del nostro piatto preferito. Ma finché la rivalità si esaurisce nell’affermare la propria identità a scapito dell’altra, è una rivalità sana, spiega Laura Pigozzi, psicanalista e autrice del saggio Sorelle, intervistata nel nostro articolo. “Due bambini piccoli riconoscendosi come fratelli, si vedono anche rivali. È come se si ponessero rispettivamente domande tipo: Chi sei, da dove vieni, perché occupi il mio spazio?” dice la Pigozzi “Ma se la rivalità coinvolge anche i genitori non va bene” conclude. Ovvero se si gioca sul campo di guadagnarsi l’attenzione, l ‘affetto del genitore a scapito della sorella o fratello.
Anche su questo credo che ognuno di noi possa raccontare la sua esperienza, la mia devo dire è stata ambivalente: da secondogenita ho vissuto di rendita sulle sudate conquiste di libertà di mia sorella, e sugli scontri che lei in prima persona conduceva con i nostri genitori, ergendomi così a figlia perfetta mentre lei passava per la ribelle della famiglia. Ma non mancavo di godere dei benefici e dei frutti delle sue battaglie: così quando lei andò in vacanza da sola per la prima volta a 18 anni con l’amica del cuore, io allora sedicenne mi accodai senza colpo ferire, con la scusa che i nostri genitori sapendoci insieme sarebbero stati più tranquilli.
Dall’altro però ho sempre sofferto del confronto reciproco e dell’adorazione che i miei genitori nutrivano nei suoi confronti. Il primo giorno di scuola (rigorosamente lo stesso liceo) i professori mi accoglievano tutti allo stesso modo: «Sei sorella di Silvia? Speriamo che tu sia brava altrettanto come lei». Insomma un paragone continuo dal quale i nostri genitori non ci hanno mai esentato, forse perché allora non si guardava tanto per il sottile a tante sfumature psicologiche o forse perché era più comodo saperci sempre insieme, stesso istituto, stessi sport, stessi amici.
La conseguenza è stata che questa iper frequentazione ci ha poi fatto sentire più forte il desiderio di avere ognuna una vita propria, com’è giusto che sia. Così sono venuti gli anni in cui delle sue vacanze ricevevo solo echi lontani e al massimo una cartolina, ci sono stati i matrimoni, i figli, eppure bastava un compleanno, un weekend insieme in montagna per ritrovare l’antica complicità.
E così è tutt’oggi, anche se ciascuna ha la sua famiglia e coltiva amicizie diverse, a volte ci ritroviamo per una passeggiata, un’occhiata insieme alle vetrine e allora torna la stessa sintonia di un tempo, ciascuna riprende il suo posto nel sostenere l’altra. Perché come dice il nostro articolo “una sorella è già inscritta in ciascuno di noi, anche quando non c’è la si cerca nell’amica e i sogni delle figlie uniche sono popolati da sorelle”. Un legame che ci accompagna sempre si riflette persino nel rapporto che abbiamo con le amiche e con il partner. Insomma una sorella è per sempre.
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