I trucchi in amore sono un’assurdità, chi li usa avrà un amore truccato, e si condannerà a fingere sempre. Però le burle sono un’altra cosa: immensa la distanza fra il trucco e la burla. Il trucco è contro di te – ti inganno, esercito il mio potere, mi travesto ai tuoi occhi – il trucco è un tradimento. La burla è un gioco al quale ti invito, dove alla fine si ride insieme. Lo Zen è una burla. Da ragazza, è stato con una burla che ho fatto innamorare l’uomo più importante della mia vita – ovvero, gli ho fatto capire che mi amava.
Eravamo all’università insieme, e io ero prevenuta contro di lui, perché era troppo bello. All’epoca, per infantile retorica, ero attratta solo dai brutti, ero convinta che fossero più spirituali. In seguito avrei scoperto che il maschio brutto è il più traditore di tutti: per insicurezza è pronto a tradirti con la prima che lo guarda. Quel bello lì, però, si rivelò simpatico come un brutto, portava la sua bellezza con noncuranza, come un vecchio cappotto. Allora che tutti si vestivano da Che Guevara, lui andava dal sarto.
Si vestiva come mio nonno, a 20 anni, con cravatta e gilet. Alle manifestazioni studentesche, mentre la polizia ci caricava, mi prese la mano correndo, disse: «tu sta’ vicina a me, a me non mi menano, perché vestito così pensano che sono di destra», allora la polizia picchiava solo a sinistra, però quella volta gliele diedero lo stesso, gli fecero un bozzo in testa e gli sciuparono il vestito. Lo medicai sul bordo di una fontana romana, mi ringraziò per avergli dato una mano.
Altro che mano, gli avrei dato la vita. Ma lui non la voleva, aveva una storia segreta con la fidanzata del suo migliore amico, un amore tormentoso di cui diventai la confidente. Me ne parlava sempre, mi cercava continuamente per parlarmene. Io lei la disprezzavo, perché non lasciava all’istante il suo ragazzo per galoppare verso di Lui. Loro due, quando si vedevano (di nascosto), stavano sempre a piangere per la sorte che li teneva divisi. Invece con me lui si faceva delle gran risate, ci divertivamo di tutto. Si stava innamorando, ma la sua storia infelice gli impediva di capirlo.
Un giorno arriva tutto cupo. «Che c’è, lei ti ha mollato?». Il contrario: gli aveva fatto sperare che avrebbe lasciato il suo ragazzo. «E non sei contento?»- «Sì, sì…». Invece era preoccupato.
“Sei mio!” penso, ma ci voleva una spinta, un colpo di teatro…e dico con finta allegria: «Anch’io ho una bella notizia. Ho vinto una borsa di studio, parto per gli Stati Uniti, sto via tre anni».
E lui, sgomento, senza pensarci dice di slancio «Cheeee? Vai via? E non ci vediamo più? E io come faccio senza di te?». Potere divino della burla! «Ah, ci sei arrivato finalmente». Gli dissi la verità, si mise a ridere, abbraccio, bacio, dissolvenza, fine. Anzi: inizio.
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