Solo un maestro del cinema e dei sentimenti può concentrare in una sola parola il senso di una impossibile storia d’amore, e questo accade nel film Lussuria, seduzione e tradimento di Ang Lee (il regista di Brokeback Mountain). L’ho visto con dieci anni di ritardo, ora che è diventato un classico, e se lo merita.
L’amore è l’argomento di moltissimi film, ma sono pochi quelli che riescono a raccontarlo davvero, ovvero a fartelo sentire, a innamorarti dell’amore dei protagonisti. Qui siamo a Hong Kong negli anni 40, la città è occupata dai giapponesi. Il capo dell’antispionaggio è un cinese traditore del suo Paese, mister Yee, collaborazionista degli invasori, e più spietato di loro nel dare la caccia ai suoi compatrioti che militano nella resistenza. Di essa fa parte Wang Jazhi, molto bella e giovane, che viene sessualmente addestrata da un compagno di lotta, per risultare irresistibile e tendere una trappola a Yee. Deve sedurlo, e fare in modo che sia ucciso.
Lui, che è un vero delinquente, un torturatore spietato che non si fida di nessuno, di lei si fida. Diventano amanti. E qui tutto si complica. Perché il boia è anche un uomo affascinante e appassionato, e lei non riesce a restare indifferente. Non tanto per gli elaborati amplessi, che qualcuno ha definito “quadri di carne”, e non solo per la dolcezza e quasi timidezza inaspettate che mister Yee nasconde – lui riesce a sedurla perché si innamora, profondamente, totalmente, e la fa innamorare.
Wang è dilaniata fra il dovere e la tegola che le è caduta in testa, provare quel sentimento forte e inopportuno. Disperatamente avverte i compagni, cerca di farsi sollevare dall’incarico, non ce la fa più a dividersi in due donne, la militante e l’amante. Ma per i compagni lei è carne da macello, i sentimenti non sono né riconosciuti né previsti. Wangh non deve creare difficoltà, deve solo creare al più presto una situazione in cui lui abbassi la guardia, per giustiziarlo. E l’occasione viene. Yee le dà appuntamento da un gioielliere. Lei avverte i compagni, che preparano l’agguato. Tutto è pronto per farlo fuori. Yee arriva senza sospetto e le mostra l’anello bellissimo che vuol darle in segno d’amore. Non è la bellezza del gioiello a commuovere la ragazza, è lo sguardo con cui lui la sta guardando (il magnifico Tony Leung, l’unico Humphrey Bogart moderno). Wang crolla, non ce la fa più, e dice una sola parola: «Scappa!». Lui con una prontezza da animale corre in strada, si tuffa nella macchina, si salva.
Wang e i suoi compagni di lotta vengono fucilati. Con quella sola parola, scappa! Wang ha detto tutto il suo amore, e s’è giocata la sua vita e quelle dei suoi. Yee non ha esitato a farle sparare, come a tutti gli altri. Ma quella parola continuerà a udirla finché avrà respiro.
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