15 luglio 1988, Emma e Dexter si sono appena laureati, sono a letto insieme, nella camera di lei. Sono giovani, hanno tutto un futuro davanti, poche chiare idee lei, nessuna e comunque confusa lui.
Hanno un giorno, quel 15 di luglio, che ogni anno in qualche modo li riporterà l’uno dall’altra. Cresceranno insieme e distanti, Emma e Dex. Lei piena di amore e determinazione, lui con la testa tra le nuvole, sempre in fuga dagli impegni veri, dalla realtà.
Prova, Emma, a sostituire Dex, che deve pur esserci, diamine, almeno un altro possibile amore al mondo. Trova Ian: «Solo che non sono innamorata di lui e mi sa che non lo amo nemmeno. Ci ho provato, ho fatto di tutto per amarlo ma non ce la faccio. Sto costruendo una vita con un uomo che non amo e non so cosa farci».
Dex vive, o almeno così crede. Tante donne, un mestiere sempre giovane (fa il presentatore di programmi per tardoadolescenti in tv), un bel corpo che tende a sostenerlo nella convinzione di onnipotenza ed eternità.
Passano gli anni, otto, senza vedersi. Si ritrovano al matrimonio della vecchia coinquilina di Emma, Tilly. Dex è con Silvie, la sua fidanzata perfetta. Lui e Emma si cercano, finiscono nel giardino: «Mi ha salvato la vita. È incinta. La sposo». Si abbracciano, che l’amore va oltre un matrimonio giusto e sbagliato insieme: «Ovviamente mi hai appena distrutto qualsiasi possibilità di un futuro decente, ma sono davvero felice per te», mormora Emma.
Nasce Jasmine e Dex promette: «Righerò dritto, adesso». Quel voto dura un’ora e mezza. Costruire il nido d’amore è un incubo. Si separano. Dex, distrutto, va a Parigi da Emma che intanto ha realizzato il suo sogno di scrittrice e sceneggiatrice. Lei gli dice che ha un altro.
Discutono. Si baciano. «Se mi prendi in giro o mi deludi o mi pugnali alle spalle, io ti uccido. Te lo giuro su Dio, Dex, ti strappo il cuore».
Passano gli anni. Vivono insieme. Cercano di avere un bambino. Non arriva. Litigano, una mattina. Poi vanno a lavoro. Tenendosi il muso.
Lui le manda un messaggio; devono andare, nel pomeriggio, a vedere una casa: «A quanto pare la cucina ha un’isola e so che è il tuo sogno. Tutto qui. A parte il fatto che ti amo. Ci vediamo alle cinque. Ti amo. Ciao».
«Grazie per il tuo messaggio. Scusami se sono stata così sgarbata oggi. Tu non c’entri niente. Ho solo avuto un momento di follia. La cosa importante è che ti amo tantissimo».
È in bicicletta, Emma. La pioggia. Una frenata. Cade. Muore.
Certo che impazzisce dal dolore, Dex. Ma continuerà a vivere. Lo facciamo un po’ tutti, non sempre, magari, ma lo facciamo. Trova una nuova compagna, che se hai amato davvero ti resta una grande eredità, una benedizione per sempre. Una mattina, la figlia Jasmine: «Ti manca?», «Emma? Ogni giorno».
Ho riassunto all’osso 500 pagine. Leggetelo. Si ride, ci si ritrova, si piange tanto. È una trama che regge, c’è l’amore e l’amicizia, la morte, il difficile rapporto figli-genitori, il tradimento, la paura, il tempo che crediamo eterno, gli errori, la fine.
«Ama e fatti amare, se ti capita la fortuna».
David Nicholls, Un giorno, Neri Pozza
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