L’articolo “4 cose che non sai degli uomini” (lo trovate su Confidenze in edicola questa settimana) sostiene che le nuove generazioni di maschi sono molto diverse da quelle del passato, ma non sono d’accordo.
Come affermare, per esempio, che i nuovi padri si dedicano di più alla prole? Certo, rispetto a una volta può succedere che cambino un pannolino al neonato o che si alzino una notte se questo urla come un ossesso. Ma è raro che lo facciano di loro spontanea volontà. Di solito cedono alle richieste di una moglie stremata da mesi insonni e disposta a scaraventarli giù dal letto pur di passare la palla. D’altronde, per natura, i maschi di qualunque specie non sono geneticamente programmati per accudire i cuccioli. E per fortuna: gli uomini dotati di eccessivi istinti da nurse sono patetici. E dar corda a un lui che ti invita a gioire per un sorrisino o una smorfietta del suo tesoro che sta facendo la pupù («Guarda, guarda com’è carino!!!») ha dell’allucinante.
Proseguendo, dissento pure sul tema affetto, visto che non ho notato nessuna differenza tra il bene con cui mi ha travolto il mio impareggiabile babbut e quello infinito che il loro papo vuole ai nostri figli. E sì che i due signori in questione appartengono a generazioni diverse.
Altro argomento trattato nell’articolo: gli uomini di oggi hanno imparato a parlare dei problemi che li affliggono e non si chiudono più in loro stessi per rimuginare. Sarò un bastian contrario, ma penso che anche questa affermazione sia una bufala. Se mi sbagliassi, infatti, alla domanda: «Caro, qualcosa non va?» nessuna fidanzata né moglie si sentirebbe rispondere quel: «No, no, niente, solo un po’ di stanchezza» che, come un trench a doppiopetto, è sopravvissuto a tutte le epoche. E alla mattina nei bar non ci sarebbero nugoli di donne che parlano fitto fitto con le amiche del cuore, cercando di individuare i crucci segreti delle dolci metà.
Arriviamo ai complimenti: il pezzo sostiene che trent’anni fa i maschi si imbarazzavano a riceverli. Allora ero giovanissima, ma se spremo le meningi non ricordo un uomo che non si tuffasse in un brodino di giuggiole sentendosi adulato.
Che la mia memoria sia corta? Strano: uno studio citato nell’articolo, infatti, afferma che ad avere maggiori difficoltà nel tenere a mente le cose sia il sesso forte (per una volta senza distinzione tra gli uomini di ieri e di oggi). Ma concludo polemizzando ancora. Credo che uomini e donne ricordino semplicemente in modo diverso: a noi non sfugge un anniversario. Ma loro sono capaci di snocciolare le formazioni di tutte le squadre della storia del calcio, citando nomi e cognomi anche delle riserve. Be’, cavolo, complimentoni. Se fossimo tanto abili anche noi, non brancoleremmo mai tra i corridoi dell’Esselunga appanicate per aver dimenticato a casa la lista della spesa.
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