Fermatevi subito. Adesso.
Mio nome:Woody.
Miei anni: quasi tre.
Mia razza: basenji.
Padrona: no basenji, Padrona: femmina umana.
Nome: Laura.
Woody: da tre giorni senza Padrona.
Woody: da tre giorni dentro gabbia.
Woody: manca Padrona, tantissimo.
Fermatevi subito. Adesso. Sedetevi. Leggete. E ascoltate.
Woody vi racconterà. Vi racconterà che è senza articoli determinativi e indeterminativi che si costruisce la storia di un amore, di una vita, di una salvezza.
Capitano libri e capitano storie che hanno il respiro lieve di un amico a quattro zampe e la forza dirompente della semplicità. Woody guarda il mondo, il suo, che è uguale al nostro. Woody descrive il mondo come noi non sappiamo fare: non servono giri di parole, non serve interpretare. Woody conosce la felicità, conosce l’amore. Riconosce l’odore dell’orrore. Woody non ha paura.
Federico Baccomo ha preso la grammatica delle ovvietà e l’ha strappata con delicatezza ma senza indugi. Una scrittura ad occhi chiusi, immaginifica, incantata. Durissima e spietata, come lo sguardo deluso di chi è stato tradito dopo essere stato accarezzato, abbindolato. Disarmata, come il disincanto di chi viene portato via e privato della libertà senza che ci sia colpa.
Amerete questo libro, sono sicura. E lo amerete ancora di più se nella vostra vita c’è un compagno che solo all’apparenza sembra avere sembianze diverse. Che solo a un orecchio sordo sembra parlare un’altra lingua.
E di una cosa ancora sono sicura. Woody.
Si chiamava così, una vita fa,
Federico Baccomo.
Woody.
Federico Baccomo, Woody, Giunti
illustrato da Alessandro Sanna
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