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Nel 1903, una ventenne scozzese sta raggiungendo, in Cina, il suo promesso sposo, che non ha mai visto prima. Non sarà un matrimonio felice, ma la protagonista troverà, nell’incontro con un samurai giapponese, sia l’amore che uno stimolo a rinnovare il proprio destino. L’albero dello zenzero di Oswald Wynd (Garzanti, 18 euro) è la storia di una donna che, con la tenacia di una pianta di zenzero, riesce a germogliare e rinascere. Con la tenacia dello zenzero
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Guido è un ex ”naso” che da Parigi ha preferito rintanarsi nel paesino piemontese dove ha le sue radici e dove si occupa di giardini. Ed è proprio per la sua competenza botanica che viene interpellato dal commissario: nella tasca di una donna uccisa è stata ritrovata una misteriosa busta di semi. A Guido sembrano venire tutti da piante infestanti e in lui scatta la curiosità. Secondo romanzo di Linda Tugnoli con protagonista lo stralunato, improbabile detective-giardiniere Guido, L’ordine delle cose (Nord, 18 euro) è un giallo d’atmosfera, con un crescendo di tensione. Una manciata di semi in tasca e un delitto
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Una pianta può essere un punto di riferimento nel mare confuso della vita e delle emozioni? La foglia di fico. Storie di alberi, donne, uomini di Antonio Pascale (Einaudi, 20 euro) è una specie di romanzo- viaggio (nell’infanzia, nel tempo, con le donne) dove ogni albero è un simbolo e una guida che rimanda alla volontà di vivere e amare (espressa dal ciliegio, per esempio), alla forza di resistenza (come quella della quercia), alla capacità di adattamento (espressa dall’ulivo). Un libro che esalta la bellezza della natura e della vita, nelle sue infinite forme. Se ogni albero può essere una guida
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Dominique Roques lavora per una grande azienda produttrice di aromi. Il cercatore di essenze (Feltrinelli, 19 euro) è il resoconto di alcune delle straordinarie esperienze di viaggio che ha accumulato in 30 anni, girando il mondo alla continua ricerca di estratti di fiori, frutti, foglie o cortecce, le basi naturali dei profumi più raffinati. Lo seguiamo così dal Bangladesh al Perù, da La Réunion all’India, dall’Andalusia al Laos, passando per la Calabria, incontrando distillatori e artigiani, esperti di essenze e mafiosi, entrando in un mondo segreto fatto di materie prime rare e preziose, persone straordinarie e conoscenze ancestrali gelosamente custodite. Imparando così che, dietro ogni profumo che scegliamo e compriamo, c’è una lunga, affascinante avventura che parte da un fiore e tocca infiniti aspetti. A caccia di aromi in tutto il mondo
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Ricordate la portinaia colta protagonista di L’eleganza del riccio? L’autrice, Muriel Barbery, torna in libreria con il romanzo Una rosa sola (E/O, 16,50 euro), centrato su un’altra figura di donna che conquista subito l’attenzione: Rosa è una parigina quarantenne che fa la botanica, ama i fiori, ma non riesce più ad appassionarsi a nulla. È depressa, si sente vuota. In seguito alla morte del padre, un giapponese che lei non ha mai conosciuto, viene chiamata a Kyoto per assistere all’apertura del testamento. All’inizio, tutto del Giappone la infastidisce, ma poi lentamente il viaggio e l’impatto con una cultura nuova le permetteranno di rivedere la sua vita da una prospettiva diversa e aprirsi a una rinascita. Quando una rosa non basta più
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L’orto di un perdigiorno
(Ponte alle Grazie, 29 euro) è un romanzo- diario in cui l’autrice, Pia Pera, racconta di essersi trasferita nel podere in Lucchesia della sua famiglia dove si cimenta con orto e giardino, scoprendo di non saper fare nulla. Ma anche di trovare in quella vita a contatto con la natura una serenità mai provata prima: “Sono seduta sull’amaca sospesa al trave della tettoia. Mi godo la pioggia obliqua di novembre. Sbuccio una melagrana. (…). È la felicità”. Qualche anno più tardi, Pia Pera affiderà a un altro diario, lo struggente Al giardino ancora non l’ho detto, il resoconto del suo addio alla vita, dopo essersi scoperta malata di Sla. L’autrice è mancata nel 2016 e questo libro, pubblicato nel 2003, viene ora riproposto con uno scritto introduttivo di Emanuele Trevi e disegni di Stefano Faravelli. Nell’orto la felicità che non ti aspetti
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