Sono 1600 anni di vita appoggiata sul mare per la Serenissima, che il 25 marzo scorso ha festeggiato il compleanno. Ma sullo specchio dell’acqua galleggiano luoghi segreti, lembi di salmastro strappati con fatica e dedizione al mare e alla Laguna, piccoli miracoli di civiltà e bellezza quasi sepolti da facciate opulente. Sono 500 oasi di verde e silenzio che raccontano un’altra città, la Venezia misteriosa e sconosciuta dei giardini. Tra antichi broli, prati, orti e aristocratici roseti ecco che si svela una città inedita: quella dei parchi pubblici (come il giardino Savorgnan a Cannaregio) e quella dei giardini di palazzo, in larga parte visitabili.
«Il più sorprendente? Il Giardino “enciclopedico” di Palazzo Rizzo Patarol, con ponti, rovine e una ghiacciaia. Un autentico gioiello verde? Palazzo Nani Bernardo, con un glicine secolare e la palma più alta della città» spiega Mariagrazia Dammicco, che in 20 anni di paziente attività ha raccolto, studiato e catalogato, con il Wigwam Club, i giardini storici della Serenissima. Restituendo tenacemente alla fruizione meraviglie come il Giardino di palazzo Cappello Malipiero Barnabò, che si specchia sul Canal Grande tra architetture floreali e antiche statue.
OASI PRIVATE
Nomi, storie suggestioni: a San Polo in fondamenta Contarini si trova il Giardino di casa Mahler (oggi Albergo Oltre il Giardino). Qui, nel 1922, Alma Schindler comprò casa con il terzo marito Franz Werfel trasferendosi in Laguna da Vienna insieme alla figlia Manon Gropius. E nel nome volle ricordare il primo marito, Gustav Mahler. Seguendo l’indizio di fiori e siepi, lungo la Riva degli Schiavoni, infine, dopo aver lasciato il Londra Palace (qui Tchaikovsky scrisse l’inizio della IV sinfonia) si arriva al Giardino Vivaldi dell’Hotel Metropole (nella foto).
Fra piante di agrumi nella corte lastricata di masegni che confina con la Pietà si può immaginare la vita quotidiana di Vivaldi, che proprio in queste penombre impartiva le lezioni di musica alle “putte”, le orfane veneziane. In quell’aria ottomana e lagunare, quasi due secoli dopo, resta il ricordo più profondo dei viaggi veneziani di Sigmund Freud, che scelse ancora il Metropole, al tempo Casa Kirsch, per i suoi soggiorni. Oggi i giardini privati sono in larga parte visitabili su appuntamento.
APERTI E SPLENDIDI
In alternativa, esiste una Venezia sempre accessibile, fatta di giardini pubblici aperti a tutti, spesso sconosciuti ma custoditi con cura: un itinerario inedito, affacciato sulla Laguna, parte idealmente dai Giardini Reali, restaurati e riaperti alla fine del 2019 e i Giardini napoleonici di Castello legati alla Pineta di Sant’Elena sul limitare del braccio di mare che guarda il Lido attraversando la Riva degli Schiavoni. Non è immediato scorgerli dietro i volumi delle bancarelle di souvenir, ma sono un piccolo capolavoro a pochi passi da piazza San Marco. Prodotto ottocentesco, nato dalla demolizione dei Granai di Terra Nova voluti dal figliastro di Napoleone, il vicerè d’Italia Eugenio di Beauharnais, erano il luogo del cuore dell’Imperatrice Sissi, ospite in laguna insieme al marito Francesco Giuseppe. Dal 2015 al 2019 i Giardini sono stati oggetto di un complesso restauro realizzato dalla Venice Gardens Foundation. Il padiglione neoclassico ha conservato l’antica funzione di Cafè Haus, mentre la serra è stata investita di nuove funzioni: l’ala est ospita “The Human Garden” un luogo in cui sarà possibile accogliere attività artistiche, culturali e di ricerca. La serra piccola, invece, ritornerà all’antico splendore accogliendo una importante collezione di piante da vaso e tutte le attrezzature da giardino. L’aspetto attuale si ispira alla sobrietà e all’eleganza dei giardini all’inglese: sono stati snelliti e semplificati i disegni degli elementi geometrici creando un’affascinante atmosfera mediterranea. Ma di notevole importanza è stato senz’altro il restauro botanico con circa 22 alberi ad alto fusto, 832 arbusti, 6560 specie erbacee, 3150 specie bulbose, 68 piante rampicanti differenti, il glicine giapponese che farà la sua splendida fioritura in primavera, per un totale di 5000 metri quadrati di superficie.
TRA BOTANICA E STORIA
Luogo di sosta, conversazione, lettura, i Giardini Reali aprono un itinerario a piedi che attraversa Riva degli Schiavoni, sotto Napoleone diventata il grande Boulevard dei passeggi della città e porta, alla fine di viale Garibaldi, ai Giardini napoleonici di Castello, uno spazio molto amato dai veneziani. 65 metri quadrati di verde nel centro storico, nati come giardini per il popolo nel 1808 dalla bonifica del Paludo di Sant’Antonio. I Giardini del Popolo durante l’Ottocento furono il luogo di elezione di Richard Wagner e Theophile Gautier: amati per il piccolo gabinetto zoologico, per la presenza di una mongolfiera ma anche per gli spettacoli circensi in cui protagonista assoluto era l’elefante Toni, unico o quasi esemplare di pachiderma in Laguna.
La Serra dei Giardini di Castello, conosciuta storicamente come “Serra Margherita” (foto) in onore della regina di Savoia, fu costruita nel 1894 come “tepidarium in vetro e ferro” dove i giardinieri della nascente Biennale avrebbero potuto ospitare palme e altre piante decorative. Riportata a nuova vita grazie a un importante restauro a cura del Comune di Venezia, oggi è un luminoso luogo di esposizioni e attività didattiche, gestito dalla cooperativa sociale onlus Nonsoloverde. Qui si viene per acquistare piante e chiedere consigli di botanica, leggere libri sul verde, degustare prodotti rigorosamente sostenibili, partecipare a incontri e presentazioni. Raccolti e quasi protetti da un delizioso bistrot ricavato nella Serra.
Oltre i Giardini Napoleonici, collegata da un ponte e ormai a tutti gli effetti legata a Venezia, l’itinerario di conclude all’ isola di Sant’Elena. Qui aceri, bagolari, cedri, ginko, lecci e olmi formano la Pineta di Sant’Elena. L’aria sa già di mare e lo sguardo è proiettato al cuore della Laguna.
PER INFO
Il Wigwam Club Giardini Storici Venezia è un’associazione no profit nata nel 2000 per valorizzare il prezioso patrimonio dei giardini storici, promuoverne la conoscenza in tutte le sue componenti per comprenderli, salvaguardali e rispettarli. Diventata un punto di riferimento fondamentale nel campo dei giardini veneziani, è conosciuta in particolare per il Festival dei Giardini, per aver “aperto” con visite guidate ed eventi oltre un centinaio di giardini nel centro storico. giardini.storici.venezia@gmail.com
Articolo di Elena Filini (pubblicato su Confidenze n. 25/2021)
Foto: Shutterstock
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