Trama – Le guide di Roma sono un’infinità. Generiche o più o meno specifiche, se ne trovano per tutti i gusti. Ma una città non è fatta di ingredienti singoli, una città è il risultato dell’incontro e dell’equilibrio e della fusione di questi. Una città è i suoi palazzi, i suoi resti, i suoi parchi, i luoghi di ritrovo, certo. Ma una città è soprattutto lo spirito che la abita, il carattere dei suoi cittadini, la ‘camminata’, il ‘gesticolare’. Nel tascabile che vi consiglio trovate proprio questo, trovate tutto quello ‘anima’ Roma, non il Colosseo, non Circo Massimo, non la fontana di Trevi, non Trinità de’ Monti, non villa Borghese, ma i modi di dire più famosi (sapete cosa vuol dire “Li guadagni de Maria Carzetta”, per esempio?); come sfruttare al meglio il tempo che si passa bloccati nel traffico e come imparare dai romani a non considerarlo una fonte di stress ma occasione creativa e opportunità di incontro (sapete quanti amori sono nati così, a Roma? Basta aprire il finestrino, mettere una buona musica per creare l’atmosfera e prima o poi, complice un semaforo, Cupido vi colpisce in pieno); come riconoscere davvero quello che tutti credono di conoscere e invece no: il cibo tipico, come mangiarlo, come rispettarlo (a Roma mangiare è vivere, amare, parlare). Ah, lo sapete distinguere un burino da un coatto? E alla festa de noantri siete mai stati?
Un assaggio – Roma non è solo Colosseo, Piazza Navona, fontana di Trevi, Trastevere, er Cupolone. Roma è anche grattachecca, specie se la colonnina di mercurio supera i 30 gradi. Grattachecca fa andare in visibilio turisti di ogni ordine e grado, dona gioie e regala sogni refrigeranti agli umili e assetati viandanti. I giapponesi tentano inutilmente di rubare il marchio, mentre i cinesi sperimentano contraffazioni, subito smascherate e gettate nella spazzatura. L’esclusiva è romanesca, sono loro, i cittadini della capitale, ad averne il brevetto, garantendolo nel corso dei secoli. Da quando esiste il ghiaccio, il Romano ha alzato un umile chioschetto e provveduto a creare il refrigerio più buono del mondo. Grattachecca non è una semplice granita. La grattachecca è un’ode alla vita, una celebrazione al piacere, un inno alla gioia. Non a caso, le regole per la sua produzione sono rigide e protette dal marchio Doc. Il ghiaccio deve essere un blocco, ma soprattutto va grattugiato. Se ne devono produrre pezzi sottili e irregolari, che vanno riempiti da sciroppi di amarena, menta, oppure coperti di frutta fresca. Il risultato è una coppa dove sciroppo e frutta fanno galleggiare ampie schegge di ghiaccio. Attenzione però, se vi aggirate per l’Urbe e avvistate un chiosco di grattachecche, non provate a chiamarla granita. Rischiate di ricevere il blocco di ghiaccio in testa, così com’è stato prelevato dalla cella frigorifera. La granita te la piji a Milano, vi rispondono dall’interno del baretto. A Roma, grattachecca o du dita nell’occhi…
Leggerlo perché – Leggerlo per capire che dai Romani non c’è alcun bisogno di difendersi. Siamo gente buona, siamo gente allegra, non siamo ‘Roma Ladrona’, siamo generosi e siamo accoglienti. Leggerlo perché Romani si nasce e Romani si diventa, Roma non manda via nessuno, aggiunge da subito un posto a tavola. Ho vissuto ventidue anni altrove (città che amo) prima di tornare a vivere qui, nel suo cuore, e ogni giorno mi sorprende, mi stupisce, mi ammalia, mi culla. Deliziosa, dolcissima, splendida – e di tutti – Roma.
Elena Pigozzi, Come difendersi dai Romani, Demetra
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