di Tiziana Pasetti
Trama – Natasha Lunn, vicedirettrice della rivista Red, nel 2017 ha creato una newsletter bimestrale intitolata proprio Conversations on Love. Il grande successo l’ha spinta a sistemare il materiale e a farne un libro, un libro di conversazioni sull’amore, questo grande sconosciuto protagonista delle nostre vite. Amore tra amanti, tra sconosciuti, tra genitori e figli, tra amici. Amore che oscilla tra l’immensità degli inizi e il lutto della sua fine (compreso il distacco dovuto alla morte). Tre macro-capitoli con titoli che rendono bene l’idea del contenuto (tanta esperienza diretta dell’autrice, giornalista, tante testimonianze dei lettori di Red, tanta presenza di esperti della psiche umana intervistati dalla Lunn, psicoterapeuti, psicologi, sessuologi, sociologi e poi anche i più fragili tra gli umani, gli scrittori): Come troviamo l’amore? Come sosteniamo l’amore? Come sopravviviamo alla perdita dell’amore? L’amore è un oceano e siamo portati a viverlo solo guardando la sua superficie, la sua calma o la sua agitazione. L’amore è soprattutto le correnti che scorrono, agitano, rivoluzionano, mescolano, le acque dagli strati più profondi a quelli più vicini al cielo.
Un assaggio – Quanti di noi vivono storie di infatuazione adolescenziale, in cui desiderare è più importante di conoscere e la fantasia sovrasta la realtà? Questo tipo di amore giovanile spesso è costruito con una magnifica intensità, comprensibile negli anni dell’adolescenza, quando hai un sacco di tempo a disposizione e sei dominato dagli ormoni. Forse un’ossessione del genere è a suo modo una forma di creatività – l’immaginazione giovanile può prendere gli esigui dettagli di un legame qualsiasi e costruirci sopra un altro mondo. Quando intervistai lo psicologo clinico Frank Tallis capii quanto può essere fuorviante quel sentimento. Perché spesso «ingigantiamo la nostra confusione o mancanza di intuizione» quando non abbiamo la prova di una vera intimità. Ci aggrappiamo a parole come “chimica” o “sensazione di pancia” perché non abbiamo niente di più tangibile su cui basare un sentimento – non abbiamo prove di gentilezza o cura o connessione, solo un’attrazione magnetica. Tallis disse che questa mancanza di prove «è benzina sul fuoco del misticismo romantico. Pensi: non posso spiegarlo, quindi dev’essere destino, dev’essere profondo. Ma è solo una falsa deduzione che ne alimenta un’altra, e ogni deduzione ti allontana un po’ di più dalla realtà». Ascoltando la sua spiegazione sono trasalita, riconoscendomi, ricordando tutte le volte in cui mi sono sentita attratta da qualcuno senza nessuna vera conoscenza di chi fosse. Ma all’epoca non lo capivo, quindi continuavo a cancellare di me per sostenere un rapporto che non aveva radici nel mondo reale.
Leggerlo perché – L’estate è la stagione in cui più di ogni altro momento tutti siamo portati a sognare l’amore, lo sogniamo in tutte le modalità impossibili del mondo tralasciando quelle reali, che non conosciamo, non sappiamo riconoscere, sono faticose, sono da lavorare giorno dopo giorno e richiedono l’abbandono del nostro egocentrismo, del nostro egoismo. Ci innamoriamo sempre di noi innamorati e cerchiamo di costringerci, se ossessionati, in forme comportamentali che non sono nostre. Una buona riflessione sulla sciattezza e inutilità di quello che chiamiamo amore consente di ampliare il tema-mondo a forme di amore altrettanto fondamentali: quelle verso gli amici e verso i nostri famigliari. Amare significa diventare altro mentre cammini con qualcuno e vuol dire cercare mille equilibri per non perdere se stessi, durante e dopo. Insomma, mettiamo una protezione 50+ al cuore, quest’estate, e prendiamoci cura di questo muscolo involontario, delicatissimo.
Natasha Lunn, Conversations on Love, Mondadori
Traduzione di Alessandra Castellazzi
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