Frontiera di Francesco Costa

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Un saggio che ci accompagna alla scoperta di un continente immenso, eterogeneo: l'America. Un mix di culture diverse con un'identità potente

di Tiziana Pasetti

Trama – Federico Costa, che gli Stati, li conosce bene, ce li presenta nella loro indissolubile diversità in una carrellata di osservazioni raccolte in cinque macroaree: Abbondanza, Ingenuità, Identità, Violenza, Frontiera. Aspetti legati alla peculiarità di ogni Stato membro – chiunque abbia viaggiato oltre Oceano ha fatto esperienza della diversità di carattere e abitudini tra un cittadino di New York, uno di Charlotte e uno di Los Angeles. “Americani” è un termine idealtipico, un modello da adattare alle tante espressioni locali. Dalle abitudini quotidiane alle espressioni politiche alle mode, attingendo alle cronache, il saggio ci accompagna alla scoperta di un continente immenso, eterogeneo, variegato. Trump, Biden, l’assistenza medica, il mercato del lavoro, le mode, la comunità, il sovrappeso cronico, le star di Hollywood, le tensioni razziali, la circolazione delle armi, le differenze tra conservatori e democratici, la pena di morte, il divieto di aborto, black lives matter, metoo, la musica, la natura, le forze dell’ordine, lo sport, le guerre, il Covid. Un modo per capire meglio “perché sarà un nuovo secolo americano” e comprendere quel mix di culture diverse che conservano una matrice e una identità potente e che contribuiscono alla creazione e alla conferma di questa super potenza.

Un assaggio – Le innovazioni che la politica americana ha prodotto e poi prestato al resto del mondo non si limitano alle questioni costituzionali; tra queste, per esempio, ci sono le tattiche di lotta usate storicamente da questo o quel pezzo della popolazione per ottenere libertà e diritti. Forse a questo punto starete pensando alla disobbedienza civile degli afroamericani o alle rivendicazioni sindacali dei lavoratori o all’attivismo della comunità LGBT+, ma il movimento che più di ogni altro ha cambiato il modo in cui si protesta – negli Stati Uniti e non solo – fu quello delle donne che chiedevano il suffragio universale, ottenuto poi nel 1920 con la ratifica del Diciannovesimo emendamento. Le manifestazioni che somiglino a una parata, con la musica, i costumi, gli slogan sui cartelli e gli striscioni a identificare i vari gruppi, le hanno inventate loro. I sit-in e i picchetti silenziosi, persino il chiamarsi «sentinelle»: loro. La disobbedienza civile, la resistenza alle provocazioni, l’uso dello sciopero della fame per ottenere obiettivi collettivi e quello delle pubbliche relazioni per costruire consenso e pressione, le petizioni e le raccolte di firme, il primo presidio mai organizzato alla Casa Bianca, la prima marcia di protesta durante una cerimonia di insediamento: loro.

Leggerlo perché – Gli Stati Uniti sono da sempre un grande mistero, un mistero temuto e affascinante, un attrattore naturale, una meta e un obiettivo. Tanti sono i miti che ruotano intorno a quello spazio immenso, miti che sono arrivati fino a noi e continuano ad arrivare mediati dalla grande letteratura, dalla grande industria cinematografica, dalla grande narrazione musicale. Miti gloriosi e miti cupi: tutto, lì, diventa più grande, più alto, più largo, più profondo. E tutto, lì, è diverso. Ogni nostra convinzione, i nostri modi di fare, le nostre libertà, negli Stati Uniti non funzionano, rischiano di essere addirittura pericolose. Per questo è importante conoscere davvero e non fermarsi alla superficie e Costa è bravo a non temere la mole delle tante informazioni e a raccontarle in maniera ritmata, curiosa, puntuale.

Francesco Costa, Frontiera, Mondadori

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