di Tiziana Pasetti
Trama – Dieci donne, dieci voci: Natsumi, Shiori, Manami, Kanoko, Reiko, Tama, Eriko, Sayuri, Ai, Misono, Dieci donne che raccontano il loro amore verso un uomo, Yokihiko Nishino. Alcune sono molto più grandi lui, alcune più giovani, altre coetanee. I dieci punti di vista sono storie che costruiscono il racconto di una vita polifonica, quella del protagonista in ombra anche assoluto del romanzo. Tutte lo hanno amato e tutte lo hanno abbandonato, poi, stanche della sua incapacità di trovare un equilibrio, stanche della sua fragilità, della sua sfacciata passione per il collezionismo di donne, della sua incapacità di amare in modo concentrato, singolo. Tutte hanno però conservato una benevolenza verso quel ragazzo splendido, verso quell’uomo ormai anziano e fragile, verso quell’essere sempre gentile, gentile e feroce come solo chi vive all’interno di una gabbia emotiva riesce ad essere: carezze che hanno la potenza devastante di uno schiaffo. Un uomo che annulla dicendo, mentre ti abbraccia, “quanto vorrei amarti”. Aveva una sorella più grande, Yokihiko, più grande di dodici anni, una sorella adoratissima, che quando muore la sua bambina, a soli sei mesi, perde la ragione. È forse lei, la sola voce mancante nel coro degli amori, la chiave della freddezza di Yokihiko?
Un assaggio – Manami: Più cercavo di venirne fuori, più il mio sentimento si rafforzava. In maggio Yokihiko mi ha presa senza la minima difficoltà. Come un collezionista di farfalle che inchiodi la sua preda su una tavoletta allargandole le ali. Con cautela e delicatezza, per conservare intatto il corpo dell’insetto catturato e morto. Io, infatti, ero già sua prigioniera. Senza averlo mai nemmeno sfiorato. Senza averlo mai guardato negli occhi. Prima di incontrarlo, avrei riso di una tale eventualità: «Ma che idiota! Mai innamorarsi di qualcuno prima di conoscerlo bene!». Non ero più giovanissima. Non avevo più l’età per innamorarmi dell’amore. Quando mi ha sfiorata per la prima volta, con un gesto gentile ma determinato, in realtà era violento. Tratteneva il fiato, mi parlava e mi toccava con dolcezza, ma nulla riusciva a dissimulare la sua violenza. Era come una fiera che cattura la sua preda. Gli animali grandi catturano quelli piccoli con movimenti eleganti e sobri. Tanto più eleganti e sobri, quanto più violento. Ai: Amare Nishino forse non era un buon affare, ma aveva il suo lato piacevole. Era una fatica che dava soddisfazione. Misono: Vorrei parlare di Nishino. Era un ragazzo strano. Non mi è mai successo, né prima di conoscerlo né dopo, di incontrare qualcuno come lui. Nishino: Non è che piaccia. Il fatto è che le donne non amano la solitudine.
Leggerlo perché – Intanto leggerlo perché è un romanzo elegantissimo, pieno di leggiadria nipponica. Lo stesso argomento, scritto in occidente, avrebbe crocifisso Nishino e fatto “ammalare” le dieci donne, le avrebbe rese nemiche, le avrebbe incattivite. Kawakami Hiromi racconta, attraverso la ‘clinica’ del cuore, il dramma di un’esistenza amputata, un lutto che getta un’ombra carnivora sul futuro di Nishino. Sono donne complete e complesse, le donne che hanno incontrato e amato Nishino e Nishino è un uomo dallo sguardo attento, dal desiderio nostalgico. Le narrazioni che arrivano da paesi lontani e da culture così diverse dalla nostra possono aiutarci a relativizzare la scienza delle emozioni, ad ammorbidire l’approccio che porta a lapidare chi ama in modo diverso. L’amore è sempre una scrittura a quattro mani, una regia doppia, una competenza che si può acquisire.
Kawakami Hiromi, I dieci amori di Nishino, Einaudi
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