Un romanzo di formazione che è già un caso editoriale: un mix di ingredienti che parlano al cuore di tutte le donne che amano troppo. Ne parliamo con l’autrice
Cosa succede quando uno chef perde il senso del gusto e dell’olfatto? Si sente disorientato privo di una parte importante della vita, i profumi, gli odori, i gusti dei cibi come chiunque altro, se non fosse che questi sono anche i suoi principali “strumenti di lavoro e allora la faccenda si complica. È quanto succede alla protagonista del libro I fiori hanno sempre ragione di Roberta Schira: (Garzanti, settembre 2023, 17,60 euro) un romanzo di formazione sulla rinascita, ma anche una storia d’amore dolcissima e un’analisi psicologica molto profonda di comportamenti femminili oltre che uno sguardo sul mondo della ristorazione che nasce dalla lunga esperienza dell’autrice di critica gastronomica. Le abbiamo rivolto qualche domanda.
Com’è nata l’idea di questo romanzo e perché hai sentito la necessità di cimentarti con il genere del romanzo, dopo 12 libri scritti?
Nel 2019 avevo conosciuto in vacanza una signora la cui storia mi aveva colpito, perché mi aveva confidato di aver perso il senso del gusto e dell’olfatto, siccome amo appuntarmi le storie che mi vengono raccontate e mi ero riproposta di scrivere prima o poi un romanzo, mi segnai la sua vicenda sul taccuino, incuriosita da quanto le era capitato. Poi tutti sappiamo cos’è successo nel 2020 con la pandemia e allora ho pensato di ripartire da lì, da quella vicenda per sviluppare la storia di Eleonora. Uno scrittore non si sente tale fino in fondo finché non ha scritto un romanzo
Che tipo di donna è Eleonora, come la descriveresti alle nostre lettrici e quali pensi siano i tratti universali che la rendono un personaggio in cui ognuna di noi in fondo può riconoscersi con le sue fragilità e punti di forza?
Eleonora è una ex bambina ferita con genitori anaffettivi, è una condizione comune a tante persona quella di non essersi sentiti amati abbastanza dai genitori e molti non riescono a riscattarsi da questa mancanza, in lei c’è questa zona d’ombra, in parte attutita dal grande affetto e legame instaurato con la nonna Ernesta, l’altro personaggio centrale del libro, ma quando Eleonora subisce una brutta caduta e snel contempo sua nonna muore , tutto questo finisce per slatentizzare il suo trauma emotivo. Ecco questa credo sia una condizione comune a molte persone che devono superare traumi e carenze affettive legate all’infanzia.
La tua protagonista ci riesce attraverso le lettere lasciatele dalla nonna …
Sì è un vero testamento spirituale lasciatole dalla nonna fatto di ricette simboliche, di parole guida: “ parole da cucinare come fossero ingredienti veri e propri…concetti da far bollire al fuoco lento dei pensieri per trasformarli in cibo per l’anima” .
Sono lettere che toccano i grandi temi della vita: dalla vecchiaia vista come un momento di pienezza e non di decadimento o di fine, all’idea della donna non solo come moglie e madre ma anche imprenditrice, non dimentichiamo che Eleonora è una chef sulla cresta dell’onda quando ha la sua caduta.
Il messaggio è proprio questo ciascuno di noi può avere un momento di caduta, reale o allegorica, un cedimento, un momento di smarrimento, l’importante è trovare la forza per rialzarsi, per reagire, senza piangersi addosso. Il mio è un romanzo del fare, che vuole trasmettere l’importanza del reagire alle difficoltà della vita trovando in se stessi le risorse per rialzarsi.
I temi affrontati nel libro sono tanti, si parla di diversità e unicità, si parla del rapporto con il cibo, di traumi emotivi, Se dovessi trovare tre parole chiave, tre ricette simboliche, da dare ai tuoi lettori come guida al tuo romanzo quali sceglieresti ?
La resilienza prima di tutto, perché senza tenacia, senza determinazione non si fa nulla. La mia storia personale lo insegna, quando mi intestardivo a voler scrivere un romanzo tutti mi dicevano ma chi te lo fa fare, non hai un editore… E invece alla fine ci sono riuscita
Poi la lettura del femminino, cioè tutto ciò che è essere donna, con le sue fragilità, le sue passioni. Non dimentichiamo che Eleonora all’inizio rinuncia a frequentare una scuola di alta cucina per seguire il suo grande amore a Parigi, rinuncia alla carriera, così come tante donne fanno nella vita di tutti giorni per amore del proprio uomo, solo dopo lei aprirà il suo ristorante a Milano.
E poi direi l’elogio dell’attesa, che è un tempo vero, da non buttare via. Il sapere attendere che le cose migliorino, il sapere attendere di ritrovare se stessi, che non vuol dire stare con le mani in mano, Eleonora deve andare avanti con il suo ristorante anche se ha perso il gusto e l’olfatto, deve andare avanti anche se sua nonna, la persona a cui era più legata, non c’è più.
E gli uomini che peso hanno nel libro? Sono figure solo negative?
Le figure maschili qui sono molto ben delineate: c’è il padre anaffettivo, c’è il grande amore perduto, lo chef Marc, e poi c’è l’uomo che l’ha ingannata e delusa, ma alla fine l’amore vero arriva…ma arriva quando lei è già pronta a riceverlo quando si è già rialzata da sola, non è grazie a un uomo che trova pace, ma grazie a se stessa.
L’altro grande tema presente è la natura ..
Il titolo I fiori hanno sempre ragione è emblematico, ma naturalmente non posso svelare il perché per non togliere al lettore il piacere di scoprirlo. Posso solo dire che i fiori oltre ad avere già un loro significato, in questo libro non sono solo un ornamento ma rappresentano anche la parte ombrosa di Eleonora.
E la cucina, non ci sono solo ricette simboliche, qui ci sono i consigli su come riconoscere se il pesce è fresco, i trucchi per realizzare al meglio i babà e infinite altre ricette.
C’è la mia esperienza di oltre trent’anni di critica gastronomica e c’è anche uno sguardo sul mondo della ristorazione, per esempio si parla della riscoperta dei vegetali in cucina a discapito della carne e degli allevamenti intensivi, tutto il li libro è pieno di riferimento all’alta cucina e chi conosce il settore li apprezzerà.
Nel libro parli del potere curativo che ha la nonna Ernesta: “infondere il potere di curare lo spirito a ciò che è commestibile per il corpo”.
Sì cucinare non è far da mangiare, è cibo per l’anima
Il libro sta avendo un grande successo, è quasi diventato un caso letterario, te lo aspettavi?
Garzanti ne ha stampate 30.000 copie che è un’enormità rispetto alla media, ma soprattutto mi scrivono tante persone, donne soprattutto, che dalle mia parole hanno tratto beneficio interiore, un aiuto a superare momenti di crisi.
Hai già in mente un nuovo romanzo?
L’ho quasi finito di scrivere per la verità… Sicuramente parlerà di storie femminili e potere curativo del cibo ma anche della sua ambivalenza, il rapporto con il cibo e con il sesso sono i due grandi archetipi della psicoanalisi, l’altro grande pilastro di cui mi sono sempre occupata.
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