di Tiziana Pasetti
Trama – Dal 3500 a.C. (Delle tavolette d’argilla sumere riportano delle quantità, prefigurando un sistema di numerazione) ai nostri giorni, la storia della matematica raccontata in modo semplice e accattivante: capitoli brevi ricchi di informazioni, teoria, citazioni, aneddoti e immagini. Grazie alla matematica e alla sua applicazione la specie umana è progredita: filosoficamente ha reso possibile l’esercizio del pensiero, delle strutture, della logica. La logica e il carattere ricorrente delle strutture hanno consentito la costruzione di una “natura nuova” basata sulle leggi della natura e dell’anatomia (il matematico britannico Marcus du Sautoy disse che operiamo con il 10 anziché con un altro numero per un motivo comodo: per contare usiamo quello che la natura ci ha messo a disposizione e cioè le dieci dita che compongono le nostre due mani). La matematica racconta una storia naturale perché la natura è la fonte più fertile alla quale la matematica attinge per le sue scoperte e l’Analisi di Fourier ne è una dimostrazione chiarissima (grazie al francese, nato nel 1768, e alla sua capacità di schematizzare la naturalità dell’universo oggi possiamo comprimere i file digitali, possiamo sottoporci a una risonanza magnetica e possiamo utilizzare software per il riconoscimento vocale).
Un assaggio – “La nostra vita è fatta di nastri di Möbius, infelicità e meraviglia contemporaneamente. Il nostro destino è infinito e si ripete all’infinito” (Joyce Carol Oates, romanziera americana). Il nastro di Möbius si può realizzare con una semplice strisciolina di carta ruotandola di 180° e poi unendone le estremità. Una volta formato il nastro di Möbius ha un’unica superficie: una formica che camminasse lungo questa superficie potrebbe percorrere entrambi i lati della carta con un unico moto continuo, senza superarne il margine. In geometria è considerato un esempio classico di superficie “non orientabile”. Talvolta la forma del nastro di Möbius compare in natura, come nel moto di particelle dotate di carica magnetica nelle fasce di radiazione di Van Allen che circondano la Terra, o nella struttura molecolare di alcune proteine. Le proprietà del nastro sono state sfruttate anche in applicazioni quotidiane (nastri per registrazione a ciclo continuo, il Grand National sulla spiaggia di Blackpool, in Inghilterra). Ha ispirato artisti e architetti. L’incisore olandese Maurits Escher creò una straordinaria xilografia con formiche intente a pattugliare all’infinito questa forma. Su costruiscono impressionanti edifici a forma di nastro per ridurre al minimo l’effetto dei raggi solari. La forma viene usata nel simbolo universale per il riciclo dei rifiuti ed è suggerita anche nel simbolo matematico dell’infinito (∞).
Leggerlo perché – Quando la torre di Babele fece impazzire il mondo della comunicazione dando l’avvio alla pluralità linguistica la matematica non subì la stessa sorte: quella numerica, quella del calcolo e della misurazione mantenne la sua universalità. La matematica è una scienza culturale e naturale insieme, accompagna il progresso e lo consente. Nessuna scienza è miracolosa come la matematica: i numeri consentono il volo, i numeri consentono la musica e fanno da rete di protezione alla poesia. La matematica ci rende soggetti pensanti e nello stesso tempo ci toglie i pensieri pesanti dalla testa, dall’anima: provate a fare qualche semplice calcolo (partite dalle quattro operazioni, poi le frazioni, poi le potenze: su queste basi costruirete un grattacielo di conoscenza) e vedrete che ho ragione, metterete da parte qualsiasi ansia o agitazione. La matematica è la parte bella e giovanissima che prende il mondo e lo rappresenta, lo esamina, lo ‘smonta’, lo guarda. La matematica è innamorata e incantata, è buona, è rispettosa, è divertente, è leale.
AA.VV., Il libro della matematica, Gribaudo
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