It ends with us di Colleen Hoover

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Un romanzo che contiene un messaggio importante: saper dire basta a un amore malato

In genere i miei consigli di lettura cominciano con una citazione tratta dal libro stesso. Può essere un passo indicativo oppure un passaggio particolarmente ben scritto. Questa volta passo, spiegherò più avanti perché.
Lily ha appena perso suo padre. La incontriamo all’ultimo piano di un palazzo di Boston, un terrazzo con vista sull’intera città. Non c’è un dolore ‘classico’, nel suo cuore. Suo padre era una persona benvoluta, era il sindaco di Plethora, la piccola cittadina in cui Lily era nata e cresciuta, non era però un buon marito, non era però un buon padre.

Lily è cresciuta nel terrore, un terrore legato al rapporto tra i suoi genitori, alla violenza che il padre riversava sulla moglie e allo stupore verso l’incapacità di quest’ultima di dire basta, di ribellarsi. Unico bel ricordo dei tempi della sua adolescenza, l’amore per Atlas, un ragazzo allontanato da casa dalla madre e costretto a vagabondare e cercare rifugio in una casa abbandonata accanto alla villetta di Lily. Atlas è stato il suo primo amore, ma suo padre è riuscito a distruggere anche quello.
Mentre Lily ripensa al funerale e al discorso che ha tenuto (o meglio, che non ha tenuto: davanti alla folla è rimasta muta e non per l’emozione ma perché non aveva nulla di positivo da dire) arriva qualcuno. Un uomo, un uomo arrabbiato. È un neurochirurgo e quel giorno non è riuscito a salvare un piccolo paziente dalla morte, una morte violenta ma accidentale avvenuta per mano del fratellino. Ryle è l’uomo che ogni donna vorrebbe incontrare e Lily si innamora. Anche Ryle sembra ricambiare e per Lily si apre un nuovo capitolo: l’amore, la soddisfazione nel lavoro con l’apertura di un negozio di fiori, l’amicizia con Allyssa, la sorella di Ryle.
Praticamente, direte, un romanzo rosa. Anzi, vista la qualità (devo dire molto bassa) della scrittura, un romanzetto. Ma se così è: 1) Pasetti, perché lo hai letto? 2) Pasetti, perché ce lo consigli?
1) L’ho letto perché me lo hanno regalato e sì, ammetto che più volte sono stata tentata dal lancio del libro nel fiume o, che è più etico, nel cestino della carta.
2) Lo consiglio perché in fondo la scrittura semplice e il ricorso a tutte le caratteristiche dei peggiori romanzi Harmony forse hanno un senso, una funzione: catturare l’attenzione di chi troppo spesso non si raccapezza in una relazione. La Hoover è cresciuta con una madre che ha allontanato il marito e padre delle sue figlie perché cominciava ad avere reazioni di rabbia e violenza verso di lei. Nei ringraziamenti questo momento fondante e correttivo di più vite è posto come base di It ends with us. “Siamo noi a dire basta”, questa la traduzione del titolo e questo il senso del romanzo.
Amare e odiare, avere paura di qualcuno che è anche capace di avere verso di te attenzioni speciali e che giura, dopo, ‘non capiterà più, scusami ti prego’. Saper considerare le conseguenze di un amore indisciplinato nella vita dei figli. Togliere il velo delle illusioni dagli occhi, dal cuore. Saper dire ‘no, mi fermo qui’. Non è un bel romanzo, anzi. Credo sia la scrittura più brutta, ovviamente per quelli che sono i miei gusti, mai letta fino ad oggi. Però ha un messaggio e per questo messaggio, al quale così tanto noi donne resistiamo, ne consiglio la lettura, la riflessione, la condivisione.
Colleen Hoover, It ends with us, Sperling & Kupfer

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