L’amore di pietra di Grażina Jagielska

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Nei giorni dei reportage di guerra dall'Ucraina un libro che racconta le ansie di chi aspetta a casa gli inviati

A volte fingevo di non capire perché Wojtek non avesse alternative, e devo ammettere che quel duello simulato mi dava un certo sollievo. «Se può sapere che cosa cerchi? Vuoi essere famoso?» lo sfidavo. «O forse si tratta di riconoscimenti?» In questo mestiere il successo alimenta la dipendenza. Dopo la prima vittoria non si torna più indietro, il percorso diventa a senso unico: verso una nuova candidatura. «Vuoi ricevere un altro premio dell’Associazione dei Giornalisti?» Il primo gli fu conferito nel 1993. «Vuoi diventare il Giornalista dell’Anno?» lo bersagliavo di domande, ma era solo una provocazione da parte mia, un tentativo – brutale quanto un ceffone – di instaurare un contatto con lui. Mi faceva rabbia che in ballo non ci fossero le cose elementari come la fama o il denaro, perché in tal caso avremmo potuto lottare contro la tentazione, provare in qualche modo a contrastarla. Non avevamo idea di che cosa ci spingesse avanti. Sapevamo soltanto che una volta imboccata quella strada – sia pure incidentalmente, anzi per distrazione – eravamo costretti a perseverare. In questo mestiere c’è qualcosa che porta chi lo esercita a un’abnegazione assoluta, e lo capivo. Non riuscivo invece a comprendere che cosa rendesse il fatto di relazionare gli eventi così fico. Così maledettamente fico che a confronto la vita vera, quella reale, sembrava incompleta, permeata di sconforto. Questo tipo di giornalismo ha molto in comune con una dipendenza. Gli inizi sono altrettanto innocui, quasi banali, e poi all’improvviso è troppo tardi”.

Il reportage scritto da Grażina Jagielska è tutto quello che un grande romanzo non potrà mai essere: tremendo nella sua verità, scomodo, povero di attenuanti letterarie, per niente – e nello stesso tempo fortemente – romantico. Vojciech Tochman, giornalista polacco erede del grande maestro Ryszard Kapuściński, lo ha commentato così: “Un racconto coraggioso e spietato sul potere distruttivo della guerra. Sul prezzo che una donna paga per il matrimonio con un corrispondente di guerra. E mi chiedo quale sarà invece il prezzo che pagherà il corrispondente per questo libro”. E il prezzo apre il reportage, Grażina la conosciamo in un giardino di una clinica psichiatrica dove è stata ricoverata, ad accompagnarla è stata proprio suo marito, per curare i sintomi da stress post traumatico. Ci racconterà la sua vita. Prima, durante e poi dopo.

Cinquantatré guerre. Per Wojciech l’adrenalina, la vita a velocità folle. Per Grażina la continua attesa di una telefonata, una telefonata che annunci la morte del marito. Erano uniti, tanto, prima che le guerre invadessero le loro vite e minasse il senso del loro matrimonio, il progetto comune. Grażina allora pensa “vado con lui” e nell’ottobre del 1995 acquista una Pentax e un manuale “per fotografi alle prime armi”. Una scelta che farà vacillare entrambi, per Wojciech, per ogni inviato, avere una rete protettiva alla quale tornare ‘dopo’ è di vitale importanza, ‘le persone che la documentano senza averla si ammalavano di depressione. Impazzivano o si suicidavano. A dispetto dell’apparente instabilità e improvvisazione di cui è circondato questo mestiere, per poterlo esercitare a lungo occorre avere un bel pezzo di terreno solido sotto i piedi’. A far saltare in aria l’equilibrio di Grażina è la morte di un uomo, Merab Kakubava. La visione continua, un tormento in sogno, della sua testa mozzata che rotola.

In questi giorni le nostre televisioni ci raccontano la guerra in Ucraina dando la linea ai corrispondenti. Volti che abbiamo imparato a riconoscere. Molti sono giovanissimi. Ecco, questo libro ci racconta anche questa pagina di fuoco, di ombre che si allargano e abbracciano, in parte soffocando, chi condivide la vita con loro: genitori, figli, compagni.

Il tempo dell’attesa è un tempo strano, fa danni enormi e indelebili, persino se si è capaci di aspettare”.

Grażina Jagielska, L’amore di pietra, Keller Editore

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