di Tiziana Pasetti
Trama – Lilja è una studentessa, ha 20 anni, è una ragazza libera, avventurosa. Ha sempre amato l’amore, non ha mai detto no a un’avventura se il momento era quello giusto. Poi incontra lui, studente fuori corso ma dall’intelligenza acuta, affascinante, misterioso, ambiguo. Lilja perde la testa. E quando perdi la testa la prima cosa che ti viene in mente di dire, spontaneamente, è “sono innamorata”. Tutta la vita di Lilja perde colore e tutto si concentra intorno a lui, Lilja sta bene (stando comunque malissimo) solo se lui apprezza quello che lei fa, solo se lui resta con lei, anche se continua a frequentare donne del suo passato (all’attivo ha anche due figli che non contribuisce ad allevare/educare), una Ex in particolare che lo ha lasciato perché non in grado di accettare la sua paternità. Liljia che diventa quasi invisibile, che smette di coltivare la sua vita sociale autonoma, che adatta il suo tempo a quello di lui, che conforma i suoi gusti a quelli di lui, che accetta la sua intemperanza, che non reagisce quando lui strumentalizza le sue parole e crea significati immaginari da puntarle contro per paralizzarla, per ancorarla a sé. Lilja che sa delle altre, tante, alcune le viene a sapere proprio da lui, e accetta, e resta, “perché se lui vive con me vuol dire che è me che vuole”. Lilja che si taglia e nel sangue che scorre trova l’unico momento di pace. Lilja che pensava che l’attesa l’avrebbe premiata: “pensavo che alla fine mi avrebbe amata. Ma lui mi guarda attraverso senza vedermi. Sono trasparente. Io non esisto”.
Un assaggio – Una sera, quando eravamo già a letto, l’ha chiamato la sua Ex. La telefonata è stata molto breve, e dopo aver riattaccato è saltato fuori dal letto. «Fanno un lancio di mezzanotte in libreria alla Mál og Menning, esce il settimo Harry Potter» ha detto tutto agitato. «E perché la tua Ex ti chiama per dirtelo? Non possiamo comprarne una copia domani mattina?» Ho cercato di nascondere quanto mi sentissi amareggiata, non volevo dargli la soddisfazione di dimostrargli che ero gelosa. Mi ha guardato mentre si infilava i calzini. «È solo una cara amica. Abbiamo letto insieme tutti gli altri libri, faccio un salto a compare anche l’ultimo». Si è tirato su i pantaloni ed è uscito di corsa. La sera successiva la sua Ex l’ha chiamato di nuovo. Eravamo distesi a letto nudi, e lui è sembrato sorpreso di vedere il suo nome lampeggiare sullo schermo a un’ora così tarda. Ha risposto e si è allontanato perché non sentissi cosa gli diceva. È rimasto ad ascoltare a lungo, prima di girarsi a lanciarmi un’occhiata furtiva. Alla fine ha detto: «Sì, lo sapevo» e ha riattaccato. «Stavolta cosa voleva?» ho chiesto, aggrottando volutamente la fronte. Era imbarazzato, evasivo. Alla fine ha risposto: «Mi ha detto di aver sentito un pettegolezzo su di te…che sei stata stuprata e l’hai scritto su un blog». Mi è mancato il fiato, come se mi avessero tirato un pugno nello stomaco, poi sono impazzita dalla rabbia. «E questo sarebbe solo un pettegolezzo? Ho cancellato quel post subito dopo averlo scritto e lei si mette a spettegolare su queste cose? Perché non mi hai difesa?». «La mia Ex ne ha passate tante, è molto sensibile. Non posso parlarti dei suoi segreti, è una confidenza tra di noi e non posso tradire la sua fiducia. Credimi, sta parecchio male».
Leggerlo perché – Si sono appena abbassati i riflettori sulla giornata internazionale contro la violenza sulla donna e quindi è il momento giusto per accendermi forte, ovunque. È un romanzo che si legge velocemente, ha una struttura spartana, paragrafi brevi, a raffigurare e trasmettere il vuoto di chi ama male, di chi non vuole vedere e si accontenta di comportamenti assurdi da parte di chi sembra sceglierci. Attenzione: quando qualcosa non ti torna non ascoltare le sue scuse, non credergli. Salvati. Non essere inutilmente romantica, non è un film o un romanzo rosa, la vita vera. Esistono incontri che sembrano perfetti, uomini (ma vale anche il contrario) che sembrano metterci al centro del loro mondo. Va bene tutto, va bene ogni favola: l’importante è accettare senza compromettere il proprio equilibrio, dire ‘ok, non è quello che dice di essere, è solo un pavido, un bugiardo da quattro soldi ma mi diverte, mi soddisfa a letto, mi accompagna al supermercato, mi dedica una canzone, se la moglie si stufa e lo caccia da casa viene a vivere con me, in fondo è solo un povero disperato che non trova pace mai”. L’importante è – ripeto – non credergli, tutto qui. Non metterti a fare troppe domande: non saprai la verità. Non cercare nei telefoni, nei profili di chi credi possa avere – o aver avuto – una storia con lui/lei: non sono più tempi per la sincerità (ognuno racconta la scusa di cui ha bisogno) e sono tempi altamente promiscui. Leggi di Lilja. E fai – se non riesci a vivere la vita com’è davvero con lui – tutto il contrario. Ricorda: non è lui che decide di farti male all’anima, sei tu. Tu puoi salvarti. Devi.
Thóra Hjörleifsdóttir, Lui mi ama, Mondadori
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