Trama – Beau Lotto è un neuroscienziato, uno di quelli che riescono a guardare il mondo in modo nuovo senza dover inventare o ricercare cospirazioni o altro tesi complottistiche per giustificare salti di paradigma o tentativi di difesa. A muovere Lotto è una verità: quello che vediamo è un’illusione e non il reale. Il nostro cervello, che è il vero e unico mondo in cui tutto accade, non si è evoluto per registrare la realtà così com’è, ma per ricamare intorno all’esistenza oggettiva delle cose un orlo, un merletto, nuovo, fantasioso. Solo il 10% delle nostre connessioni neurali è collegato agli occhi, alla visione, il resto è rappresentato dal lavoro di una rete interna che costruisce un modello di mondo funzionale alla sopravvivenza e alla continuazione della specie. Il mondo è una costruzione che ci appare reale in quanto ci è utile e che con la realtà è ‘solo’ in relazione. Essere consci di questo, della distanza che c’è tra realtà e percezione, ci consente di attuare cambiamenti in ogni sfera della nostra vita. Vivere significa pensare in modo creativo: per farlo dobbiamo ‘deviare’, cambiare il modo di vedere diventando consapevoli dello scarto che c’è tra noi e il mondo. Uno scarto che tanto più si riduce quanto più se ne accetta l’impossibile azzeramento. Un saggio/esperimento che ha uno scopo intrigante e necessario: sottolineare il ruolo indispensabile del dubbio, spronare all’approccio di pensiero nuovo, creativo.
Un assaggio – Quando apriamo gli occhi, vediamo il mondo com’è realmente? Vediamo la realtà? È una domanda che gli esseri umani si pongono da migliaia di anni. Dalle ombre sulle pareti della caverna descritta da Platone nella Repubblica a Morpheus quando offre a Neo la pillola rossa o la pillola azzurra in Matrix, l’idea che ciò che vediamo potrebbe non corrispondere a ciò che è realmente presente ci infastidisce e ci sconcerta da sempre. Nel Settecento, il filosofo Immanuel Kant sostenne che non possiamo mai avere accesso al Ding an sich, la cosa in sé priva di filtri, la realtà oggettiva. Le grandi menti della storia hanno affrontato infinite volte questo interrogativo che solleva tante perplessità. Tutti hanno formulato teorie, ma oggi le neuroscienze hanno una risposta. La risposta è che non vediamo la realtà. Il mondo possiede una sua oggettività, solo che noi non la vediamo. La percezione non deriva affatto in maniera esclusiva dai nostri cinque sensi, bensì dalla rete di comunicazione infinitamente sofisticata del cervello, che conferisce senso all’insieme delle informazioni che vi entrano. Non percepiamo la realtà e questo può condurci alla creatività e all’innovazione nel lavoro, in amore, in famiglia o nel gioco. Diventando consapevoli dei principi in base ai quali opera il vostro cervello percettivo potrete diventare partecipanti attivi delle vostre stesse percezioni e quindi essere in grado di modificarle in futuro.
Leggerlo perché – Raramente mi sono divertita tanto, leggendo un libro. E lo scopo del saggio di Lotto è proprio questo, divertere, volgere altrove, deviare lo sguardo. Abbiamo modi arroganti di posizionarci di fronte al mondo, alle cose. Questo ci irrigidisce, ci toglie opportunità, ci definisce inutilmente. Il mondo esiste ma noi siamo altro ed è in un altro modo che lo sperimentiamo: essere consci di questo ci libera, ci richiama a responsabilità creative, inebrianti. Il cervello possiede immense capacità immaginative: è in questa enciclopedia elettrica infinita che il mondo assume sembianze meravigliose. Stratificazione e complessità, pensiero. Scenario immaginato. Forza percettiva invisibile. Realizzazione. “Siate ampi e deliranti”, scrive l’autore, e io dico sì, sì, mi piace. Mi piace da matti.
Beau Lotto, Percezioni, Bollati Boringhieri
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