Se intuisci al volo le emozioni altrui, cogli tutti i dettagli di una situazione, t’infastidiscono la fretta, i rumori e i luoghi affollati, forse fai parte di una categoria super empatica ma un po’ fragile. Su Confidenze le dritte per vivere meglio
Quando ho letto il titolo del servizio di psicologia in edicola questa settimana su Confidenze ho avuto un tuffo al cuore. Sei una persona altamente sensibile? Sì, lo sono.
Ho scattato questa foto nel 2018 a Milano, dopo aver comprato uno dei libri della scrittrice Federica Bosco. Mi era stato consigliato da una “collega” mamma che, evidentemente, aveva riconosciuto in me alcune caratteristiche. Ero in centro per delle visite mediche, faceva molto caldo, ero di fretta, ma quando ho visto un mercatino di libri non ho resistito e mi sono fermata. Ed eccolo lì, Mi dicevano che ero troppo sensibile di Federica Bosco (Vallardi editore).
Il destino. Leggo il sottotitolo: Per chi si sente sbagliato, un percorso per scoprire come tramutare l’ipersensibilità in una risorsa preziosa. Lo compro. Ne leggo subito qualche pagina e faccio fatica a fermarmi. Tornata a casa quasi ero infastidita dal dover fare altro, volevo solo continuare a leggere. Lo finisco nel giro di un paio di giorni. Era come rivivere la storia della mia vita, ma con le spiegazioni.
“Quando poi ho cominciato a scrivere per vivere, molti dei miei sintomi si sono attenuati per il semplice fatto che passavo da sola la maggior parte del mio tempo, gestendo il mio lavoro senza capi diretti e colleghi intorno. Ma non avevo risolto niente, le mie ansie, i miei sbalzi d’umore, il mio pensiero bianco nero, la suscettibilità, l’iperattività mentale, tutto era sempre presente, solo non si manifestava con la stessa consuetudine perché non se ne presentava la possibilità”.
C’erano le risposte per tutto, per ogni sensazione, per ogni dubbio e per tutte quelle volte che mi ero chiesta perché mi sentivo così, diversa. Ma diversa da chi? Non ero più sola! Addirittura c’è un gruppo Facebook che parla la mia lingua: Il club degli ipersensibili.
La mia vita quel giorno è in qualche modo cambiata, essere diventata improvvisamente consapevole di ciò che semplicemente sono – e che non potrò mai cambiare – mi ha resa libera. Di essere ciò che sono sempre stata, fin da bambina. Quando non tolleravo il colletto di una camicia, il prurito della lana sulla pelle, i jeans stretti. Quando ero infastidita dai luoghi affollati o troppo rumorosi. Quando stavo ore e ore da sola sul tappeto di mia nonna a giocare con il lego o con le barbie. Quando finivo al pronto soccorso per l’ansia mascherata da potenti mal di stomaco e mal di testa. E poi i rimuginii continui, i sensi di colpa, i sovraccarichi emotivi, l’empatia.
Istintivamente cercavo rifugio nell’arte, nella lettura, nella musica e nella scrittura, ma la vita andava avanti e io ero circondata da persone incapaci di comprendere che anziché stimoli, impegni e progetti avevo bisogno di tempo, calma e certezze.
“Tutto quel che è disarmonico e caotico deve stare al di fuori della nostra vita, e mi riferisco anche alle relazioni tossiche, che ci portano sofferenza e confusione. La nostra principale esigenza per funzionare al meglio è vivere in un ambiente sano e pacifico, e questo vale per ogni settore”.
La psicologa ricercatrice che per prima ha scoperto l’esistenza dei PAS (le Persone Altamente Sensibili) è Elaine Aron; ne ha definito i tratti, le caratteristiche e il funzionamento cerebrale. È tutto raccolto nel suo libro Persone altamente sensibili (Mondadori). L’introduzione italiana è di Elena Lupo, psicologa che si occupa di ipersensibilità dal 2013. Autrice del testo Il tesoro dei bambini sensibili (Il leone verde), ha avviato il progetto di diffusione degli studi sul tratto dell’Alta Sensibilità in Italia.
Esiste un test, non diagnostico, che potete trovare qui www.personealtamentesensibili.it insieme a tante informazioni.
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