Un animale selvaggio di Joël Dicker

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Il 2 giugno si consuma una rapina ma nei 20 giorni che la precedono si srotolano eventi, si riaprono vecchie ferite, si consolidano tratti caratteriali, si palesano inaspettate pagine del passato.

 

di Tiziana Pasetti

 

Trama – È il 2 giugno 2022. In una gioielleria di Ginevra due ladri mettono a segno una rapina. Questo il fatto intorno al quale ruota tutta la storia. La storia di Arpad e di Sophie, del loro amore, della loro estrazione sociale e delle loro rispettive professioni, banchiere di successo il primo e avvocato di grido la seconda. La storia dei loro vicini – anche se i pochi metri che dividono le loro abitazioni sottolineano la distanza abissale – Greg e Karine, poliziotto lui e commessa lei. La storia della famiglia di Sophie, la casa a Saint-Tropez e il ristorante di proprietà. La storia di un’ossessione di Greg che lo porterà a inciampare in una verità sorprendente. La storia di Arpad: chi è davvero? La storia di Sophie: chi è davvero? Il 2 giugno si consuma una rapina ma nei venti giorni che la precedono si srotolano eventi, si riaprono vecchie ferite, si consolidano tratti caratteriali, si palesano inaspettate pagine del passato.

Un assaggio – Era una casa moderna. Un grande cubo, tutto in vetro, che sorgeva al centro di un giardino impeccabile, con una piscina e una grande terrazza. La proprietà, circondata dalla foresta, era un’oasi, un piccolo paradiso segreto al riparo da ogni sguardo, al quale si accedeva da una strada privata. Una casa da sogno abitata da persone da sogno: Arpad e Sophie Braun erano la coppia ideale e i genitori felici di due bambini meravigliosi. Quella mattina Sophie aprì gli occhi alle sei in punto. Da un po’ si svegliava sistematicamente alla stessa ora. Accanto a lei, suo marito Arpad era immerso in un sonno profondo. Era domenica e le sarebbe piaciuto dormire ancora un po’. Si girò nel letto, ma non ebbe fortuna. Alla fine si alzò senza fare rumore, infilò una vestaglia e scese in cucina per prepararsi un caffè. Di lì a una settimana avrebbe compiuto quarant’anni, e non era mai stata così bella. Dal limitare del bosco si vedeva perfettamente l’interno del cubo di vetro. Un uomo, che si sapeva invisibile nei suoi indumenti sportivi scuri, stava accovacciato dietro un tronco, gli occhi fissi su Sophie nella cucina. Sophie, con il caffè in mano, scrutava il margine della foresta che segnava la fine del giardino. Era il suo rituale mattutino. Abbracciava con lo sguardo il suo piccolo regno, senza sospettare che qualcuno la stesse spiando. A pochi chilometri di distanza, nel centro di Ginevra, una Peugeot grigia con la targa francese percorreva un viale deserto. Nelle prime luci del giorno non si riusciva a distinguere il conducente dietro il parabrezza.

Leggerlo perché – Dunque. Del giovane autore che ha all’attivo il longseller La verità sul caso Harry Quebert io non avevo mai letto nulla, longseller compreso (abbandonato per sfinimento a pag. 76). Mio marito sì e anche tante altre milioni di persone sparse in ogni dove. Così quando qualche giorno fa mi è capitato questo, lasciato dal marito di cui sopra sul tavolo, ho letto la trama, ho letto le prime dieci pagine e mi sono trovata trascinata da una corrente irresistibile. Una furia bulimica simile mi era capitata solo (cosa riesce a fare una tecnica di montaggio sapiente!) con Il Codice Da Vinci di Dan Brown. Venendo a noi e senza spoilerare nulla posso dire solo che il libro si legge, in quel senso funziona. Però fatemi dire che quando sono arrivata a metà qualcosa si è incrinato (il patto tra scrittore e lettore deve basarsi sulla lealtà, non sulla furbizia scaltra) e che a circa un centinaio di pagine dalla fine si è proprio frantumato. Intrattenere è una cosa, saper creare una trama thriller VERA è altro. L’ho divorato ma poi, come un certo tipo di fast food, sono stata malissimo. Per me è no.

Joël Dicker, Un animale selvaggio, La Nave di Teseo

 

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