In un periodo purtroppo denso di violenza e conflitti, i giorni di festa offrono un’opportunità per riflettere sul Bene e sulla Verità. E sull’importanza di lottare per un mondo senza guerra
Tra pochi giorni si celebra la Pasqua. Come possiamo festeggiarla nel modo più pieno? Tra un pranzo in famiglia e le consuete uova di cioccolato, ritagliamoci un momento di riflessione: pensiamo a questo mondo martoriato dalla guerra e bisognoso di pace.
Credo che raramente la Quaresima e la Pasqua siano state più dense di significato di quest’anno, che purtroppo ci ha tormentati con terribili situazioni di guerre, violenze e conflitti.
L’umanità dovrebbe imparare le fondamentali lezioni impartite dalla storia. Invece, non fa che riproporre la cosiddetta “banalità del male”, reiterando conflitti, violenze, crimini e guerre.
In questo drammatico momento storico la Via Crucis degli innocenti è sotto gli occhi di tutti. Ci sono uomini, donne e bambini (non soltanto in Ucraina) che portano sulle spalle la croce della sofferenza: sono vittime di ingiustizie, ricatti, crimini, malafede e malaffare. Vittime del narcisismo maligno del potere distruttivo, che sfida la morte causando la morte. Il messaggio sembra essere: “Io morirò, ma morirete anche tutti voi”. La violenza è il dittatoriale codice che, oggi come al tempo di Cristo, tanti folli e miserabili potenti adottano per ostacolare il Bene e la Verità: questi criminali impongono agli altri la loro patologica follia di impotenti che, per non sentirsi tali, aspirano a un’impossibile immortalità anche a costo di ricorrere alle più crudeli e disumane forme di violenza e perversione.
Come, appunto, la guerra. Il peso di queste barbarie grava su ogni essere umano oggi come sempre. Proprio come la croce portata da Gesù quando, passo dopo passo, si avvia verso il Golgota per essere poi crocifisso. Gesù muore, non a caso tra due “ladroni”, dopo essere stato ulteriormente aggredito da un soldato che gli trafigge il costato con un’arma affilata e gli somministra fiele al posto dell’acqua. Muore ed è solo. Sotto la croce, ad assisterlo, ci sono soltanto Maria, alcune donne e l’adolescente Giovanni. Perfino gli Apostoli si sono nascosti, mentre le donne sono lì, accanto a lui. Così, Gesù muore in croce tra atroci sofferenze. Ma tre giorni dopo risorge e sale in cielo. Sale in cielo trionfante e libero, proprio come tutti quelli che, lottando per ciò in cui credono e promuovendo il Bene, riescono a sopportare, comprendere, decodificare, superare e trasformare creativamente e costruttivamente anche le peggiori esperienze che la banalità del male può infliggere agli esseri umani. Quali sorprese, antiche e nuove, abbiamo bisogno di trovare quest’anno nel nostro uovo di Pasqua? A mio avviso, abbiamo bisogno di amore, coraggio, consapevolezza, perdono. Ma anche della ferma speranza d’individuare e poi utilizzare le risorse sociali, economiche, scientifiche, culturali e spirituali a nostra disposizione per abbattere, una volta per sempre, la terribile, malata, oltraggiosa e squallida stupidità dei malvagi. Buona Pasqua di pace a tutti!●
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