Alzheimer: ecco le regole d’oro per il cervello

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Per la XXXI Giornata Mondiale dell'Alzheimer un sondaggio spiega la percezione di questa malattia e come la vivono i familiari dei malati

Su Confidenze nella storia vera “Sei ancora mia madre” potete leggere la testimonianza diretta di una nostra autrice, Rossella Boriosi, che si è trovata ad accudire la madre affetta da una delle tante forme di demenza senile.

Sabato 21 settembre ricorre la Giornata Mondiale dell’Alzheimer e da sempre il mese di settembre è ricco di iniziative per sensibilizzare le istituzioni su una patologia che ha dei costi sociali enormi, la maggior parte dei quali  a carico delle famiglie. Secondo i dati dell’OMS, ogni tre secondi nel mondo c’è una persona che sviluppa una forma di demenza e i casi acclarati ad oggi sono 55 milioni destinati a crescere a 78 milioni solo tra cinque anni.

In Italia si stima che siano 1.480.000 le persone con qualche forma di demenza, ma entro il 2050 diventeranno 2 milioni e 300.000. Finora si è sempre pensato che l’Alzheimer sia un’ inevitabile conseguenza dell’invecchiamento: lo pensano 8 persone su 10, e persino il 65% degli operatori sanitari, dice l’ultimo Rapporto Mondiale Alzheimer 2024,  ma non è così.

È una patologia vera e propria che richiede interventi tempestivi e che se presa in tempo può ritardare i suoi effetti in termini di perdita di autonomia cognitiva e personale. Il 45% dei casi di demenza, avverte Federazione Alzheimer Italia, potrebbe essere evitato o ritardato intervenendo sui fattori di rischio.

Tra questi si è visto che ci sono anche la perdita della vista non trattata e un elevato livello di colesterolo LDL (il cosiddetto colesterolo cattivo) oltre a fattori comprovati come l’inattività fisica, il fumo, l’eccessivo consumo di alcol, i contatti sociali poco frequenti, l’obesità, il diabete e la depressione.

Lo scoglio più grande resta ancora la diagnosi della malattia: è difficile individuarla con certezza: è un percorso che richiede tempo, esami specifici e infatti a livello globale  il 75% dei pazienti non riceve una diagnosi e l’85% non ha accesso al supporto post diagnosi.

I familiari coinvolti nella gestione del malato (i cosiddetti care giver) in Italia sono 4 milioni con costi altissimi per le famiglie e pesanti ricadute anche sulla vita sociale e personale.

Dall’ultimo Rapporto Mondiale Alzheimer 2024 si evince che lo stigma che colpisce chi soffre di questa patologia e chi lo cura è ancora altissimo: l’88% delle persone con demenza dichiara di aver subito discriminazioni, il  31% evita le situazioni sociali mentre il 47% dei care giver ha smesso di accettare gli inviti di parenti e amici e di invitarli a casa. Il 36% non cerca più lavoro per timore di essere discriminato. Eppure gli intervistati nel 95% dei casi ritengono che per i pazienti ci potrebbe essere una qualità di vita migliore.

Un supporto importante oggi lo danno i centri diurni,  (gli Alzheimer Cafè),  le associazioni dei familiari e l’assistenza domiciliare integrata. Il progetto Comunità Amiche delle Persone con Demenza avviato nel 2016 da Federazione Alzheimer Italia prevede che si creino delle piccole comunità di cittadini consapevoli su come trattare questo tipo di malati, senza far loro sentire lo stigma della malattia. Il primo a partire nel 2016 era stato Abbiategrasso (in provincia di Milano) dove esiste da tempo un centro di eccellenza di cura per l’Alzheimer.  Oggi i comuni che si stanno attrezzando per diventare“dementia friendly” sono più di 50 e sparsi in tutta Italia, tra questi ci sono le Comunità Amiche di Imola, Muggia (Trieste) e Bari.

Infine un consiglio utile per tutti:

LE 10 REGOLE D’ORO PER IL CERVELLO DELL’ALZHEIMER’S ASSOCIATION USA:

1. La testa innanzitutto. La salute inizia dal cervello, uno degli organi più vitali del corpo che ha bisogno di cure e attenzione.

2. Dal cervello al cuore. Ciò che è buono per il cuore è buono per il cervello. Fare qualcosa tutti i giorni per prevenire malattie cardiache, ipertensione, diabete e ictus, che possono aumentare il rischio di demenza.

3. I numeri che contano. Tenere sotto controllo peso, pressione, colesterolo e glicemia.

4. Nutrire il cervello. Assumere meno grassi e più sostanze antiossidanti.

5. Far lavorare il corpo. L’attività fisica ossigena il sangue e aiuta le cellule nervose: camminare 30 minuti al giorno tiene attivi mente e corpo.

6. Stimolare la mente. Mantenere il cervello attivo e impegnato stimola la crescita delle cellule e delle connessioni nervose: leggere, scrivere, giocare, imparare cose nuove, fare le parole crociate.

7. Avere rapporti sociali. Occupare il tempo libero con attività che richiedono sforzo fisico e mentale: socializzare, conversare, fare volontariato, frequentare un club, ritornare sui banchi di scuola.

8. Attenzione ai colpi! Usare le cinture di sicurezza, stare attenti al rischio di cadute, indossare il casco quando si va in bicicletta.

9. Essere saggi. Evitare le cattive abitudini: non fumare, non bere troppo, non fare uso di droghe.

10. Guardare avanti. Iniziare oggi a preparare il domani.

 

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