Quattro ragazzi su dieci di età compresa tra 12 e 16 anni si sono imbattuti almeno una volta in episodi di cyberbullismo navigando in rete, o utilizzando i social, un’attività che impegna dalle 2 alle 4 ore al giorno del loro tempo. Sono i dati diffusi oggi in occasione della Giornata Nazionale contro bullismo e cyberbullismo dall’Osservatorio della no profit “Social Warning Movimento Etico Digitale” fondata dal 24enne Stefano Dal Maso che è stato il primo docente portare in classe l’educazione civica digitale.
L’Osservatorio ha incontrato circa 10.000 studenti nelle scuole e più di 7.000 tramite l’elearning e oltre 4.000 genitori spiegando loro i rischi e le opportunità del web. Colpisce la quasi totale assenza di controlli da parte delle famiglie sulle attività che i ragazzi svolgono on line: solo il 55% applica regole e controlli e nell’80% dei casi si tratta di limitazioni del tempo di permanenza su web. Dei ragazzi intervistati inoltre il 47% non si confronta in casa sui temi dell’educazione digitale e addirittura uno su 10 non ha mai affrontato l’argomento con nessuno. Per contro però c’è un 58% che dice di averne parlato in classe con l’insegnante o a casa con i genitori (53%).
Manca insomma un’educazione digitale e un raccordo generazionale tra genitori e figli che insegni delle regole di comportamento anche sul web allo stesso modo di come si dovrebbero insegnare per la convivenza civile. Se poi si aggiunge che i ragazzi passano gran parte del loro tempo on line sui social – in testa c’è YouTube (92%) WhatsApp,(89%) Instagram( 65%) e TikTok – si capisce che il problema va affrontato con urgenza.
Proprio oggi 7 febbraio la Società Italiana di Pediatria Preventiva lancia un monito alle famiglie: “il cyberbullismo dev’essere prevenuto e affrontato tramite queste tre azioni: controllo, educazione e dialogo con i propri figli. E bisogna farlo fin da piccoli perché la percentuale di soggetti che subisce prepotenze diminuisce al crescere dell’età: tra gli 11 e i 13 anni è il 22,5% mentre tra i 14 e 17 anni è del 17,9%”.
L’attenzione va data in età giovanissima perché le varie forme di cyberbullismo rappresentano atti lesivi dell’autostima dei ragazzi e possono avere conseguenze anche gravi sul loro sviluppo psicosociale e comportamentale.
È proprio quello di cui parliamo su Confidenze di questa settimana nella storia vera Un’altra me raccolta da Laura Gorini, dove una donna felicemente sposata racconta le conseguenze che il bullismo subito da bambina ha lasciato sulla sua persona in termini di insicurezza e ansia nel relazionarsi con gli altri.
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