Il mio poeta preferito è sempre stato Leopardi. Da ragazzina mi ritrovavo in quel mal di vivere di cui parlava, quel romantico modo di guardare il mondo dalla finestra, mentre passava davanti ai suoi occhi. Temevo quella malinconia, ma accogliendola diventava bella, un amore profondo verso la vita. Quella vita che così tanto desiderava vivere, ma da cui sfuggiva talvolta per colpa della famiglia, altre per colpa delle sue condizioni fisiche.
Oggi mi ritrovo a riflettere su quella paura del mondo, perché oggi vivo in un mondo dove non si può non avere paura.
Vivo in un mondo dove due grattacieli, che per qualche tempo sono state le torri più alte del mondo, vengono colpiti da due aerei e crollano su loro stessi, per 110 piani, per oltre 400 metri, cambiando la realtà che avevo percepito fino a quel momento, per sempre.
Vivo in un mondo dove mia figlia ventenne, che si trova all’estero per studiare, affacciata verso la vita e il futuro, una sera decide di uscire, di andare a fare una gita fuori porta per partecipare a una festa e vedere i fuochi di artificio. Tornando, in piena notte, l’autista del pullman che la sta riportando a casa ha un colpo di sonno e lei muore.
Vivo in un mondo dove mia sorella, una sera, decide di andare ad assistere a un concerto in un teatro e, viene assassinata a colpi di mitra.
Vivo in un mondo dove mio figlio, invitato una sera a cena da due amici, viene torturato e ammazzato in un bagno.
Vivo in un mondo dove mio padre, andando a lavoro un mattino, muore per un attentato nella metropolitana.
Viviamo in un mondo in cui il terrore e la paura potrebbero paralizzarci. Quando stamattina ho visto in prima pagina le foto di queste sette ragazze italiane, così belle e ambiziose, ho capito che non si può avere paura di vivere, non si può avere paura del mondo. Da loro dobbiamo imparare il coraggio di vivere, di credere nel futuro.
Mentre guido la macchina poi, alla radio, passano le prime notizie sugli attentati di Bruxelles.
Lo chiedo a voi, come si fa a non avere paura?
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