Sono del Capricorno, ma non ho la minima idea del mio ascendente. Inoltre, non leggo mai l’oroscopo del giorno o della settimana. E neppure le previsioni sul futuro all’inizio del nuovo anno.
Raccontata così, sembra che stia dichiarando ufficialmente la mia totale avversione nei confronti dell’astrologia. In realtà, ne sono molto affascinata, ma anche un po’ impaurita.
Infatti, ogni volta che Confidenze arriva in edicola istintivamente apro il numero partendo dall’ultima pagina (quella dedicata alle stelle). Poi, però, non mi soffermo. E vi spiego il motivo: convinta che nel bene e nel male la vita sia assolutamente sorprendente, preferisco che mi presenti gioie e dolori all’improvviso, senza spoilerate.
Nel caso degli eventi felici, perché vedermeli piombare addosso inaspettatamente li rende ancora più goduriosi, di qualsiasi natura siano. Se, invece, si tratta di accadimenti infausti, non conoscerne la prossimità né la portata mi aiuta a non angosciarmi prima del tempo. A meno che…
A meno che non esistesse la possibilità di prepararmi. E, magari, di riuscire addirittura a scansarmi dalla tegola pronta a colpirmi. Ma visto che non funziona così, penso sia molto meglio ignorarne l’imminenza fino all’ultimo istante.
Vi giuro che credo ciecamente a quello che ho appena scritto. Con la stessa sincerità, però, confesso una mia certezza: le stelle sanno cosa accadrà. Eppure, per una questione di scaramanzia, non voglio che me lo dicano, neanche attraverso la voce di astrologi bravissimi (e ce ne sono).
Detto questo, soprattutto tra dicembre e gennaio quando si parla solo di oroscopi, ogni volta tendo l’orecchio. E se qualcuno nomina il Capricorno, l’attenzione si concentra a mille perché la previsione del futuro di un professionista serio può effettivamente corrispondere (o avvicinarsi parecchio) al vero.
Insomma, sul tema zodiacale vivo nella contraddizione: per non modificare abitudini e scelte al fine di concretizzare o scongiurare fatti preannunciati, persevero nel non leggere nessun avvertimento. Ma se a vedere nelle stelle ciò che verrà è un astrologo autorevole, mi incuriosisce ascoltarlo.
Nell’impasse, ho inventato un fai-da-te tutto personale. Cioè, mi massacro di solitari con le carte, convinta che la combinazione con cui escono abbia un riscontro con quel che c’è nell’aria.
La tecnica? Penso a quello che mi attanaglia. Mescolo il mazzo fino alla lettera d’inizio della mia domanda. E gioco. Il solitario viene? Succederà. Non viene? Non succederà.
Lasciare al destino una sola possibilità, però, mi sembra riduttivo. Quindi, se il verdetto è che non succederà vado avanti fino a quando le carte “cambieranno idea”.
In tutta questa follia, è chiaro che vedo più un divertimento che un responso affidabile. Però, tanti solitari riusciti per me significano che qualcosa di buono si sta muovendo.
Per esserne sicura, un giorno dovrei vedere se i risultati dei solitari coincidono con quel che dice l’oroscopo della settimana di Confidenze. Nel caso, vi farò sapere.
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