L’ultimo episodio è avvenuto pochi giorni fa a Vigevano dove una banda di ragazzini di 14 anni picchiava e violentava loro coetanei, esibendo poi sui social network le immagini delle violenze. La “baby gang delle stazioni ferroviarie”, così è stata soprannominata dalle forze dell’ordine per la loro predilezione ad atti vandalici verso mezzi pubblici come treni e autobus – è ora agli arresti, con accuse gravissime di concorso in violenza sessuale e diffusione di immagini pornografiche.
È la punta di un iceberg, bullismo e cyberbullismo sono le facce di una stessa medaglia: quella del dimostrarsi forti con i più deboli e deboli con i più forti. Un fenomeno in costante aumento, amplificato dai social network e dalle sempre nuove forme di comunicazione virtuale.
Ne parliamo su Confidenze di questa settimana dove Maria Rita Parsi, psicoterapeuta, nella pagina Generazione H, analizza un caso di cyberbullismo al femminile dove la vittima, per esasperazione, si trasforma in stalker della sua carnefice. Già perché tra le tante evoluzioni del bullismo c’è anche quella di essere un fenomeno sempre più declinato al femminile. Lo testimoniano anche i dati del Centro Nazionale di Ascolto di Telefono Azzurro che nell’anno scolastico 2015-2016 ha gestito 270 casi di bullismo: in 1 caso su 4 viene segnalata come bulla una ragazza e in 1 su 6 una diade (cioé una coppia). Più della metà dei casi di cyberbullismo sono avvenuti al Nord (56,5%) e riguardano specialmente le ragazze.
Telefono Azzurro ha aperto un’apposita linea telefonica 19696 per comunicare con bambini, genitori e insegnanti che vogliono segnalare situazioni di violenza ed è attiva anche una chat utilizzata prevalentemente da adolescenti per comunicare i loro disagi agli esperti.
Molto del lavoro è però da svolgere sulla prevenzione: La Polizia Postale è ripartita a febbraio con la campagna itinerante nelle scuole “Una vita da social”, giunta ormai alla quarta edizione, che finora ha coinvolto un milione di studenti di oltre 8.000 istituti scolastici in 150 città italiane, con l’obiettivo di educare i più giovani all’uso consapevole della Rete (nella foto il camion itinerante della Polizia Postale).
Il progetto, svolto in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e con il Patrocinio dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, dispone anche di una pagina Facebook. E la stessa Facebook è scesa in campo con la “Piattaforma di Prevenzione contro il bullismo” dove si possono segnalare i post, i gruppi o le pagine social dove si è vittima di cyberbullismo, nonché i soggetti che insultano o offendono.
Purtroppo l’Italia non ha ancora una legge sul cyberbullismo (il disegno di legge è già passato al Senato ed è in fase di approvazione alla Camera) ma nel frattempo c’è chi si è mosso. L’Istituto italiano per la Privacy ha creato da poche settimane Il “Centro Nazionale Anti-Cyberbullismo” (Cnac) che offre un primo livello di consulto legale gratuito alle vittime del cyberbullismo e alle loro famiglie per metterli nelle condizioni di esercitare i propri diritti.
Il Centro Nazionale Anti-Cyberbullismo è sostenuto da Facebook e da molti prestigiosi studi legali italiani che si occupano di diritto in Internet. A esso possono rivolgersi anche coloro che hanno compiuto atti di bullismo on line e non sanno come rimediare. Per segnalare eventuali abusi si può chiamare il Numero Verde 800 642377, oppure inviare una mail. Il sito è: www.anticyberbullismo.it
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