Giorni fa mia nipote di 9 anni mi ha detto «Nonna io ho paura del terremoto, e tu di che hai paura?». Non ho avuto il coraggio di essere sincera, ma poi me lo sono domandato e mi sono risposta. Non c’è bisogno del terremoto, ho tutte le paure dell’infanzia e dell’età adulta, perché la paura non fa progressi nel tempo, se non si è dei veri saggi, e purtroppo non è il mio caso. Ho paura di attraversare le strade di Roma, le strisce del quartiere sono tutte cancellate, invisibili. Ormai l’auto è un’arma non convenzionale, e chi guida ha licenza di uccidere- poco cambiano le recenti norme sull’omicidio stradale, investire qualcuno rimane perlopiù un crimine impunito. Se ti vedono anziano, con le stampelle, accelerano. Molti guidano in stato di ebbrezza. Quando si drogano o si ubriacano, gli italiani invece di mettersi a letto, si mettono al volante.
Ho paura delle cose di cui hanno paura tutti. Da giovane avevo paura della vecchiaia, un terrore paralizzante. Questa però col tempo mi è passata, se non ti spari a 30 anni poi scopri che niente è come ti avevano detto che sarebbe stato, e che la persona sana ovvero vicina alla natura non è mai vecchia o giovane del tutto, ma cambia età molte volte al giorno. Siate nonne a 15 anni, fidanzate a 80, ma non siate mai quello che gli altri vogliono. Ho capito che non devi avere l’età che ti impone la tv o l’amica o il medico o l’amante, che i tuoi 20, 50, 80 sono i tuoi e di nessun altro.
Ho paura delle malattie della morte della fine del mondo della guerra atomica del capitalismo finanziario dell’aereo degli ascensori dei pericoli che corrono quelli che amo, dell’Alzheimer, ovvero di perdere me stessa restando in vita e di imporre agli altri una sconosciuta da curare – ma poi, per fortuna, mica ci sono sempre queste paure, a volte perfino spariscono tutte insieme e d’un tratto ti senti un leone e le vinci tutte, e la vita ti pare un gran bel posto dove stare, e senti di potere affrontare qualsiasi pericolo e avversità- dipende con chi sei, e quanto sei contento delle tue azioni-. Ecco, l’unica paura che ho confessato a mia nipote, è la paura di essere esclusa dalla vita delle persone che amo senza spiegazioni. Il congedo è più importante del primo incontro. Più del male fisico e dei limiti della condizione umana, ho paura che nell’amore e nell’amicizia le persone spariscano senza dirmi perché, e quando accade, non solo mi addolora, mi fa sentire cancellata dal mondo.
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