In questi giorni si sente parlare sin continuazione di separazioni e genitori separati, complice una pubblicità che ha scatenato a mio parere un immotivato putiferio e un’inutile polemica politica, che va solo a vantaggio dei creativi che hanno ideato la campagna, peraltro più che riuscita.
Ma se non basta una pesca a risolvere i problemi di coppia, non serve neanche che la pubblicità cerchi di sdoganare come normalità ciò che ormai lo è diventato da tempo, e cioè che i bambini con genitori separati non fanno più notizia, e sono sempre di più i figli che crescono in famiglie allargate.
Un’amica che insegna nelle scuole mi raccontava che più di metà classe ha i genitori separati, e stando ai dati un matrimonio su due finisce con una separazione.
Ma se vedere una famiglia disgregarsi è sempre una sofferenza per tutti, che incide anche sulla crescita serena ed equilibrata dei ragazzi, non bisogna sottovalutare le reazioni dei figli nel lungo periodo.
La storia vera Una carezza di troppo che trovate su Confidenze di questa settimana, a firma di Simona Morani, contiene un punto di vista inaspettato: quello di un fratello e una sorella adulti, abituatisi ormai a destreggiarsi tra casa di mamma e casa di papà, Natali a rotazione e vacanze separate, che messi di fronte alla notizia di una riconciliazione dei loro genitori, reagiscono in malo modo, tutt’altro che felici della riunione familiare.
Come mai, direte voi? Non è forse il sogno di ogni figlio quello di vedere tornare insieme i propri genitori (come lascia intendere la famosa pubblicità della pesca…)?
Invece Viola, la figlia maggiore se ne esce con questa frase. «Non è possibile, dopo tutto quello che abbiamo passato, dopo tutte le sfuriate, le accuse, i traslochi, non potete farci questo… A cosa sono servite le notti insonni, le vacanze separate, le infinite discussioni per la custodia condivisa, le difficoltà a scuola, con gli amici e nelle relazioni, se poi adesso voi due tornate insieme? Dovremmo tutti fare finta che non sia successo nulla?».
No, non si può mai far finta che non sia successo nulla, perché ciascuno di noi è il prodotto di ciò che ha vissuto, delle esperienze e del contesto familiare in cui è cresciuto. Forse questi due ragazzi si sono sentiti traditi, come se tutta la loro sofferenza non fosse servita a niente. «Scusate ci siamo sbagliati» sembrano dire questi genitori.
E allora ? Ciò che rotto è rotto e non si può riparare per sempre? Neanche questo è vero.
Mettere su famiglia è una responsabilità e anche una grande scommessa, prima di dire ai figli scusate ci siamo sbagliati bisognerebbe però interrogarsi sulla profondità dei propri sentimenti, soppesare la forza di un legame che si è instaurato nel tempo e che a volte messo alla prova e a confronto con nuove relazioni, sopravvive al di là delle nostre aspettative.
Maneggiare i sentimenti degli altri è sempre delicato e difficile, anche quando i figli sono cresciuti e li crediamo immuni alla dipendenza da mamma e papà. Voi cosa ne pensate? Come vi sareste comportati al posto di questi due genitori?
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