“La moderna Jugoslavia fu modellata sulle macerie del regno di Jugoslavia dopo la Seconda guerra mondiale dal capo della resistenza comunista Josip Broz, meglio conosciuto come Tito. Delle sei repubbliche jugoslave stabilite da Tito, la Bosnia era la più composita dal punto di vista etnico. Conteneva vaste popolazioni di croati, serbi e musulmani. Ognuno di questi gruppi etnici ha una sua storia particolare e un suo retroterra culturale, ma sono tutti slavi del sud e parlano fondamentalmente la stessa lingua. La caratteristica principale che li distingue è la religione. I croati sono cattolici, i serbi sono cristiano ortodossi e i musulmani sono in genere discendenti di quegli slavi che si convertirono all’Islam durante i 500 anni dell’occupazione ottomana. Alcune delle città più grandi della Bosnia, come la capitale Sarajevo, erano particolarmente ben assortite, e godevano di un sentimento di tolleranza intenso e spesso sbandierato. Goražde è nella valle della Drina, nell’est della Bosnia, dove villaggi e città erano abitati in prevalenza da musulmani e serbi. Secondo il censimento del 1991 nella valle della Drina viveva più di mezzo milione di persone di cui il 51,7 per cento era musulmano, mentre il 44,4 per cento era serbo. Nella stessa città di Goražde 9600 musulmani vivevano fianco a fianco con 5600 serbi. Sebbene il governo di Tito fosse autoritario, nella sua Jugoslavia croati, serbi e musulmani avevano vissuto insieme pacificamente per mezzo secolo”.
Goražde, Area Protetta, La Guerra in Bosnia 1992-1995 è un’opera che unisce giornalismo e fumetto. Joe Sacco, nato a Malta nel 1960, non è nuovo a questo tipo di reportage: suo è, un titolo per tutti, il famosissimo Palestina. Non è mai semplice consigliare, in un luogo in cui si parla quasi sempre di letteratura nella sua forma classica, un fumetto. Si rischia che vada persa la potenza di questa arte immensa che riesce a riassumere tutte le forme del narrare: la scrittura, la fotografia, il montaggio cinematografico, la regia, l’abilità e la peculiarità del tratto.
Ho voluto immergermi in questa opera al seguito di Joe Sacco al ritorno da un mio viaggio in Bosnia e ho riconosciuto i luoghi, lo spirito di una natura, l’addomesticamento di questa da parte dell’uomo. Le tipiche montagne di fieno, la coralità degli alberi, la disposizione delle case, il posizionamento delle poltroncine intorno al tavolino sul quale viene servito il delizioso caffè bosniaco accompagnato da un piccolo Lokum alla rosa. Ho attraversato la Drina in risalita dalla Croazia, un fiume a tratti ampio a tratti torrentizio, dai colori meravigliosi. Negli anni in cui l’odierna Repubblica Serba (dopo gli accordi di Dayton la Bosnia è stata divisa in due parti, una, ormai quasi tutta abbandonata, per i serbi bosniaci e una, all’interno della quale sorge Sarajevo, croato-musulmana) era Area Protetta dalle Nazioni Unite (dopo quanto accaduto in quegli anni tremendi UN è diventato per i bosgnacchi – così si chiamano i musulmani di Bosnia – ‘United Nothing’) proprio lì si verificarono gli eccidi più gravi.
La Drina era diventato un fiume viscoso e scuro: i serbi, comandati da Milosevic, Karadzic e Mladic, catturavano i musulmani senza distinzione di sesso e di età, li portavano sul margine del fiume, li sgozzavano e li gettavano nelle acque. Fino al giorno prima dello scoppio della guerra la casa del serbo era la casa del musulmano e viceversa: i nazionalismi, mai del tutto dimenticati, erano tiepidi, non ustionavano la vita quotidiana, l’amicizia, l’amore. Poi, l’orrore. Sacco è stato lì più volte, a Goražde, ha intervistato gli abitanti, ha osservato, ha passato sere con i giovani, condiviso con loro la vita che doveva comunque continuare. Non si è limitato a gestire la notizia dal limite ma come un antropologo si è immerso nella storia, non ha fatto sconti allo scorrere del tempo: era lì, dentro, notte e giorno. Questo è il vero giornalismo, non altri.
È accaduto ieri, a pochi passi da noi. È accaduto con modalità folli, disumane. Regalate questo documento ai giovani, leggetelo anche voi. Per favore, fatelo.
Joe Sacco, Goražde, Mondadori
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