L’8 aprile Il Grande Fratello Vip è finito, e sono contenta per Alfonso Signorini, che era partito per una cavalcata e si è trovato in un rodeo. Questa edizione del GFV rimarrà nella storia per avere incontrato il più temibile avversario mai occorso a un reality.
Finora per il GFV si era trattato di contendersi la audience con le trasmissioni rivali. Ma qui si trattava di un nemico imbattibile, il Coronavirus superstar, che ha colonizzato ogni angolo di informazione e di coscienza, terrorizzandoci nel profondo.
Riuscire a tenere alti gli ascolti in questa situazione era un’impresa disperata. Tra gli infinitesimali effetti collaterali del virus sulla mia psiche, c’è stato quello destituire il Grande Fratello Vip di ogni realtà, coprendolo di un velo. Annebbiata dalla paura, non riuscivo più a guardarlo. Cioè lo guardavo ma quasi non lo vedevo, la tragedia dell’epidemia ai miei occhi aveva reso inconsistenti i personaggi, come figure di un vecchio sogno. Ero affascinata da Teresanna, sobria, sincera, anticonformista e intelligente, ma l’epidemia cominciava a rendermela un poco trasparente. La violenta presa del potere di Sossio, gli insulti arroganti a Zequila (che in confronto a lui sembrava Lord Brummell, con la sua ironia di uomo buono), gli intrighi, le liti per un pacco di biscotti, le ragazze che si mettevano le mani addosso, il bullismo teatrale di Antonella Elia sapientemente seguito da momenti di dolcezza, tutto era visto come una danza di fantasmi.
E fra un rosario e un pianto era apparso qualcosa che non c’era mai stato, la tristezza. Ogni tanto piccoli lampi di luce, il pubblico che salvava Licia vessata dagli intrighi di corte, o Aristide Malnati, che dopo essersi rivelato un astuto giocatore, compiva un gesto di fedeltà salvando Antonio Zequila, ridotto in minoranza. Voci senza eco, nella nebbia. Essi agivano, ma era come all’inferno, “dove i violenti ripeteranno le loro violenze, ma senza esito”.
Le sorprese per me cadevano nel vuoto, come una foglia che cada nel pozzo, senza suono. La Grande Paura annientava tutto.
La solitudine di Alfonso Signorini, ultimo Molière, invece che lenita era doppiata dalla solitudine di Pupo al suo fianco. Eroicamente arguti, ma orfani di pubblico, circondati dal silenzio. Ma quel senso di irrealtà doveva essere solo mio, perché il GFV ha continuato a fare grandi ascolti, gli attori del dramma hanno continuato ad appassionare il pubblico, e a farlo votare in massa (un milione e 600.000).
Pensavo che vincesse Antonella Elia, ma ha vinto lo stesso, come mattatrice indiscussa. È stato bello alla fine vedersi tenere per mano due ragazzi belli, eleganti, gentili, Paola di Benedetto e Paolo Ciavarro. Ha vinto Paola, ma Paolo ha avuto la soddisfazione di essere uno dei due finalisti. Paola è fresca, allegra, sincera, di una bellezza moderna e antichissima, fra i più graziosi ricordi del mio mese nella casa. La detestai solo quando si schierò contro Licia nel linciaggio quotidiano, per spirito di gruppo- ho per Licia affetto e stima assoluti- ma sono stata felice di vederla felice. È una ragazza innamorata, sarà fiera di tornare dal suo ragazzo con un trofeo. Ecco un lieto fine, almeno in un gioco.
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