Il servizio moda Piumini sopra tutto (su Confidenze in edicola adesso) mi ha catapultato nei mitici e irripetibili anni ’80, quando dentro di me ruggivano due forti personalità: da sciatrice e da paninara.
In comune i due temperamenti avevano, appunto, il piumino, entrato nel mio look proprio in quel decennio. Prima sulle piste innevate. E poi in città, dove non usava ancora indossarlo. Ma andiamo con ordine.
Fino intorno ai miei 16 anni, in montagna ci vestivamo con giacche a vento sicuramente più calde del cappottino metropolitano, ma comunque infernali.
Pur imbottite e impermeabili, riparavano dal freddo solo se abbinate a una caterva di strati di lana. Non permettevano la traspirazione. Ma, soprattutto, appena le temperature scendevano sotto lo zero diventavano più rigide di un’armatura in ferro.
Non solo. Realizzate in materiali lucidissimi, se mentre sciavi cadevi scivolavi fino a valle, prendendo una velocità supersonica che neanche i campioni di chilometro lanciato avrebbero mai raggiunto.
Ecco spiegato il motivo per cui l’avvento dei piumini (in tessuti meno sdrucciolevoli e forieri di tepore allo stato puro) è stato la mamma dal cielo: potevi infilarli sopra un unico dolcevita e sentirti a tuo perfetto agio. E non rischiavi di trasformarti in un missile impazzito in caso di capitombolo.
A sdoganare i duvet in città, invece, ci hanno pensato i Paninari (scritto maiuscolo per una questione di rispettosa appartenenza). Che se sono nati proprio a Milano, un motivo c’è.
Ai tempi, oltre che da un freddo barbino in inverno il capoluogo lombardo veniva avvolto dalla nebbia. Così, l’idea di sostituire i tristi montoni e loden con quei nuovi capospalla vivacemente colorati è apparsa subito geniale.
Ad accorgersi della furbata sono stati i giovanissimi. Tant’è che all’inizio i piumini si vedevano fuori dalle scuole e non certo negli uffici. E se abbinati alle Timberland hanno creato un fenomeno di moda (quello, appunto, dei Paninari), piano piano (e senza Timberland) il trend si è allargato anche agli adulti.
Da allora, il piumino si è aggiudicato un posto fondamentale negli armadi di tutti gli italiani. Si è insinuato nei look da sera più eleganti (per dirla alla milanese, si vede pure alla Scala). E molte donne lo preferiscono addirittura all’ormai vetusta pelliccia.
Tanto trasporto dopoquasi mezzo secolo continuo a provarlo anch’io. Certo, a quasi 61 anni non posso più permettermelo nelle sfumature candy dei palindromi 16. Ma anche se oggi sfoggio un dignitoso blu scuro adatto a una signora di mezza età, ogni volta che lo metto sento nel mio profondo battere il cuore della felice e spensierata paninara che sono stata.
Ultimi commenti