Soltanto in Italia ne soffrono 16 milioni di persone, tra le quali purtroppo ci sono anch’io. Tant’è che se anche ne ho già parlato, farò ancora una volta dell’ansia la protagonista di un mio post. Il primo del 2025!
In realtà, mi sarebbe piaciuto molto trattare argomenti più frivoli, soprattutto dopo una fine 2024 talmente da incubo che nei tanti propositi di gennaio avevo messo un atteggiamento tranquillo nei confronti della vita.
Invece, mi è bastato tornare dalle vacanze di Natale per ritrovarmi nella stessa situazione di dicembre: agitazione a mille. Paura di non avere abbastanza tempo per fare quello che devo. E una valanga di impegni (la maggior parte burocratici, assurdi e inutili) che tolgono il respiro. Una follia.
Morale, appena su Confidenze in edicola adesso ho visto l’articolo Addio ansia, ora viaggio leggera non l’ho letto, ma me lo sono letteralmente divorato. Ecco le strategie suggerite per allentare la morsa che mi attanaglia.
Crea una situazione piacevole. Per carattere sarei portata a vivere nel piacere. Ad accettare gli ostacoli quotidiani. E a pensare che alla fine tutto si risolve sempre. Peccato che in questo periodo finisce una rogna e ne inizia un’altra. Quindi, ogni sforzo di serenità si vanifica nel giro di un nanosecondo.
Ascolta il suo messaggio. Sono sempre stata d’accordo sul fatto che l’ansia lanci messaggi chiari. E che sia un ottimo stimolo per tirarci fuori dagli impicci. Ma in un momento in cui miracolosamente non ho problemi particolarmente seri (se non quelli tipici della mia età), non capisco perché debba iniziare le giornate isterica, con un’agenda piena zeppa di incombenze snervanti e interminabili che non dipendono da me.
Accetta il passato. Per fortuna il tempo cancella i ricordi brutti e tiene accesi quelli belli. Quindi, guardando indietro rivedo un’esistenza semplice e spensierata. Ma se provo a rivivere le esperienze terrificanti che in effetti ci sono state, sto un filino meglio. Nel senso che mi dico che se ce l’ho fatta allora, ce la farò anche oggi.
Sfoga la tensione. Su questo, sono maestra. Tra lacrime in canna, fiato corto, tensione da corda di violino, ormai scatto come una molla alla minima sollecitazione. E dopo le sfuriate sono così stanca che per un attimo non ho neppure la forza emotiva per preoccuparmi di qualcosa. Perciò, racimolo un po’ di volontà per darmi la mazzata finale con la ginnastica. Così rilasso anche il fisico che, poverino, è contratto dal nervosismo.
Mangia bene e bevi tanto. Secondo una ricerca dell’università di East London, un litro e mezzo di acqua al giorno rende meno soggetti all’ansia. Considerando che io ne bevo di più, potrei pensare che l’informazione sia una bufala. Poi, però, mi convinco che se rinunciassi a un’idratazione puntuale sarei messa ben peggio. Allora, apro una nuova bottiglietta e me la scolo tutta.
L’Albie pensiero. Date l’età e la situazione generale (quel che succede in tutto il mondo è spaventoso), credo che di questi tempi non essere ansiata sia impossibile. Quindi, appena mi sento precipitare nel baratro cerco di far riemergere la vecchia, giovane Albie (scusate l’ossimoro). Cioè, quella positiva e ridanciana che aggrediva la vita incurante delle insidie. E poi mi interrogo sui motivi del malessere, come da consiglio di uno psichiatra: «Se conosci le cause, puoi combatterle».
Conclusioni. L’elenco di ciò che mi agita è lungo, noiosissimo, ansiogeno e ve lo risparmio. Ma nei momenti più difficili ricordo a me stessa che a 61 anni, ormai nel ruolo di capofamiglia e in un contesto storico come quello attuale, andare “solo” a braccetto con l’ansia è quasi una fortuna! Ma la vera pacchia sarebbe vederla scomparire. Per riprendere a volare leggera!!!
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