Il rapporto dell’uomo con la vita ultraterrena è stato per secoli immaginato e rappresentato attraverso l’arte e la letteratura: nell’Odissea di Omero a Ulisse viene dato il privilegio di scendere negli inferi e farne ritorno, nell’Eneide Virgilio racconta in uno dei canti più belli la discesa di Enea nell’Ade e l’incontro con il padre Anchise e le anime dei defunti (tra cui Didone). Dante ha dedicato alla rappresentazione dell’aldilà l’intera Divina Commedia.
Eppure c’è un confine tra terreno e ultraterreno che resta pressoché inesplorato e che in questi ultimi anni ha destato più di una curiosità. Sono le esperienze di pre-morte, vissute da tante persone che per giorni sono rimaste in uno stato comatoso, e che, una volta ripresesi, hanno raccontato di aver visitato un luogo molto simile al Paradiso.
Il caso forse più eclatante e anche più discusso è stato quello di Alexander Eben, il neoruchirurgo americano che nel 2008 rimase in coma farmacologico per sette giorni, a causa di una meningite fulminante e una volta guarito raccontò di essere stato in un luogo luminoso e verdeggiante, contornato da milioni di farfalle e da una luce bianchissima.
Come uomo di scienza Eben non ha mai creduto alla vita dopo la morte, ma ha dovuto ricredersi e dalla sua esperienza ha tratto il libro A Proof of heaven, (pubblicato in Italia da Mondadori con il titolo Milioni di farfalle, 2012).
Sempre negli Stati Uniti fece scalpore il caso di Coltan, un bambino di quattro anni che nel 2003 rischiò di morire per un’appendice perforante; mentre veniva operato d’urgenza il piccolo visse un’esperienza di pre-morte. Una volta guarito cominciò a raccontare di aver incontrato e parlato con parenti defunti e mostrò di conoscere dettagli della vita dei familiari che per la sua giovane età non avrebbe dovuto sapere. Dalla sua straordinaria esperienza è stato anche tratto un film: Il Paradiso per Davvero uscito nel 2014.
Come spiega la scienza questi fenomeni? Si tratta di allucinazioni indotte dal coma farmacologico? La medicina è arrivata alla conclusione che in alcuni casi la nostra coscienza continui a vivere fuori dal corpo anche quando le funzioni cerebrali vitali sono cessate, ma l’entità di certi fenomeni si può spiegare solo con la trascendenza.
Confidenze questa settimana riporta la storia vera di Claudio Visintin raccolta da Loretta Marsilli: Ho visto l’aldilà. Il protagonista ha 55 anni quando finisce in coma farmacologico a seguito di un’embolia polmonare. Alle spalle ha la morte del figlio Maurizio di 25 anni, vittima di un incidente stradale. Da allora la sua esistenza si è trascinata nell’indifferenza e nell’apatia verso tutto, ma quel viaggio straordinario che intraprenderà nei giorni del coma, alla scoperta di un luogo bellissimo, contornato di creature celestiali e colmo di amore, gli cambierà per sempre la vita.
E voi cosa ne pensate delle esperienze di pre-morte? Avete qualche racconto interessante da condividere con noi? Inviatecelo.
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