Il freddo modifica la traiettoria dei pesci di Pierre Szalowski

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Non siamo noi a scegliere la nostra strada, gli altri lo fanno per noi. Un libro che riesce a mettere insieme psicologia e scienza, nella convinzione che i percorsi interiori di ciascuno siano un po' come quelli di pesci in un acquario

Quebec. Montreal. (Canada). Gennaio 1997. Dal cielo comincia a piovere ghiaccio. Nelle case di un piccolo quartiere, le vite comuni.

C’è una coppia sull’orlo della separazione e c’è la disperazione (è l’unico io narrante nella bella costruzione del romanzo) del loro unico figlio. Ci sono Michel e Simon, il primo meteorologo e il secondo psichiatra, coppia omosessuale alle prese con il loro coming out. Ci sono Alexis e Alex, padre e figlio, un dolore antico che soffoca il presente. C’è Julie, con i suoi tacchi e il suo seno abbondante e l’amore che arriverà e – chi se lo aspettava più? – resterà.

E poi c’è Boris. I suoi studi sulle traiettorie dei pesci. “La teoria dei nodi è una scienza matematica complessa che consente di spiegare i fatti più semplici della vita. I pesci esotici gli davano modo di riflettere sulla sua ultima teoria: un pesce in un acquario segue sempre lo stesso percorso, determinato da quello degli altri pesci, amici o nemici, presenti nella vasca. Perciò all’arrivo di un nuovo inquilino, ogni pesce è costretto a modificare la rotta abituale. «Non siamo noi a scegliere la nostra strada, gli altri lo fanno per noi”. E la temperatura. L’ipotesi crolla, se non resta costante la temperatura: il freddo modifica la traiettoria dei pesci.

Ve lo ricordate Il grande freddo? Il film di Kasdan, sì. Ecco. Ci trovate parte di quell’atmosfera lì. E poi Tempesta di Ghiaccio. Ang Lee. Un piccolissimo Elijah Wood e il suo sguardo perfetto. Di qua e di là, uno dei più grandi attori degli ultimi trent’anni, Kevin Kline.

Ecco. Dentro questo libro c’è il grande cinema. C’è il fumetto, anche. Le scene lo invitano, quasi. E poi, a confezionarlo, letteratura. Grammatica. Bellezza.

E psicologia. Uno sguardo delicato sull’infanzia. Quella dei bambini e quella di chi è cresciuto nel corpo ma ha lasciato qualche conto in sospeso. “Crescendo, comprendiamo meglio i percorsi interiori della nostra infanzia. Riusciamo ad analizzarli, a definirne le cause, i motivi e le destinazioni. Riusciamo soprattutto, nei ricordi, a stabilire la parte di verità presente nell’irreale”. 

Adesso che il caldo

le lunghe giornate di mare e di estate

stanno per dirci ciao

correte

a cercare questo tesoro.

La magia del ghiaccio,

e dei percorsi che si incatenano ad arte,

vi ristoreranno

e incanteranno.

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Pierre Szalowski, Il freddo modifica la traiettoria dei pesci, Rizzoli

Confidenze