Il mio Sanremo e… Un’emozione da poco

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Ieri sera ha preso il via la 70esima edizione del Festival di Sanremo. Tra i tanti successi passati, quale canzone ricordate con più affetto? Io qui vi racconto la mia

Non sono mai stata una fan accanita di Sanremo, a stento riesco a seguirne una puntata fino alla fine, ma non manco mai ogni anno all’appuntamento con la kermesse più nazional-popolare della canzone italiana. E così ho fatto anche ieri sera. Cosa mi ha colpito della prima serata di questa 70esima edizione?

Se devo essere sincera delle canzoni in gara quasi niente, a parte la mise pseudo francescana di Achille Lauro che immagino farà molto discutere (ho letto che si è ispirato nel look alla Spoliazione di San Francesco, il quadro di Giotto che ritrae il santo mentre si spoglia di tutti suoi beni per seguire la fede).

Invece ha lasciato il segno la struggente interpretazione di Tiziano Ferro di Almeno Tu nell’Universo che Mia Martini cantò per la prima volta a Sanremo nel 1989. E proprio ai successi di 70 anni del Festival è dedicato il servizio che trovate sull’ultimo numero di Confidenze: Tutti a casa a guardare (e ricordare Sanremo).

Anch’io ho provato a riannodare i fili della memoria pensando al Sanremo che più mi è rimasto in mente.

Correva l’anno 1978 e io poco più che bambina rimasi attaccata allo schermo della Tv della cucina (ancora in bianco e nero, in casa quella a colori sarebbe arrivata l’anno successivo) ipnotizzata dal fenomeno Anna Oxa.

Al suo debutto sul palco dell’Ariston, poco più che sedicenne, la Oxa portò una ventata di trasgressione e un assaggio della cultura punk anglosassone che fino a quel momento non si era mai visto, né tanto meno era pensabile che venisse sdoganato da una platea piuttosto tradizionale come quella del Festival.

Truccatissima, secondo i dettami dei movimenti punk, (ma i veri punk la disconoscevano quale fenomeno commerciale) la Oxa si presentò sul palco vestita da uomo con un paio di guanti senza dita, che a me erano sembrati il massimo della trasgressione. Tra noi ragazzine di allora, a cui arrivavano gli echi dei movimenti punk d’oltre Manica – a Milano cominciavano a girare quelli con i capelli viola in piedi, impomatati e dritti come spilli e il trucco pesante – il suo personaggio era sembrato davvero dissacrante.

Ricordo che a scuola, alle medie, l’avevamo commentata con un misto di ammirazione e stupore, come si guarda a qualcosa di veramente nuovo, che un po’ si teme. In fondo la bella Anna aveva solo qualche anno più di noi, ma ci sembrava a una distanza siderale.

La canzone poi, Un’emozione da poco, (a scrivergliela era stato Ivano Fossati)  apparve subito di una bellezza sconvolgente e costruita per la vocalità della cantante di origine albanese.

Non vinse Sanremo Anna Oxa, ma arrivò seconda, il primo posto andò ai più rassicuranti Matia Bazar, e quel 1978 verrà ricordato anche per Gianna di Rino Gaetano, un ritornello ormai entrato nella testa di tutti noi.

Però quell’anno, fu Anna Oxa a conquistare il palco dell’Ariston e far parlare di sé tutta l’opinione pubblica. E se nei miei ricordi conserva un posto così nitido, nonostante i Vasco Rossi e gli Eros Ramazzotti che l’avrebbero seguita negli anni 80,  forse è perché davvero se lo è meritato.

Tu chiamala un’emozione da poco…

 

P.S. Leggo solo ora che giovedì 6 febbraio Le Vibrazioni eseguiranno a Sanremo proprio Un’emozione da poco di Anna Oxa.

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