Mi vesto più o meno allo stesso modo dai tempi del liceo, con capi che non seguono la moda e neppure le stagioni. Infatti, nel mio armadio ci sono jeans, T-shirt e golf a girocollo che indosso 12 mesi all’anno. Sovrapposti se il clima è rigido. E da soli quando le temperature volgono al mite per poi esplodere nel torrido.
Come se non bastasse, di solito mi affeziono talmente ai pezzi del mio guardaroba che me ne libero soltanto quando sono così laceri da non avere più il coraggio di indossarli. Neppure in casa, lontana da sguardi in grado di catturarne l’aspetto stracciolento.
Insomma, non si può certo dire che sia un tipo molto attento ai fashion diktat. Questo non significa, però, che vesta datato. Infatti, il mio shopping è tenacemente orientato verso modelli iper classici, capaci di resistere ai volubili capricci della moda. E di assicurarmi un’immagine dignitosa, sebbene non all’ultimo grido.
Ve lo racconto perché sul numero di Confidenze in edicola adesso ci sono due servizi che sembrano pensati apposta per me: Donne in trench e Con 2 twin set crei 4 look.
Il primo, che propone l’intramontabile spolverino in tutte le salse e declinato per ogni età, conferma la mia convinzione: per sentirsi a proprio agio non occorre per forza puntare su un capospalla visto alle sfilate. Perché se è vero che regala un look al passo coi tempi, non avrà mai il fascino di un pezzo tradizionale. E, soprattutto, non sarà destinato a durare per sempre.
Insieme al trench, convalidano la stessa teoria i golfini gemelli. Che hanno indossato le nostre nonne, le mamme e che oggi portiamo noi come se i decenni non fossero trascorsi. Inventando look ogni volta diversi, esattamente come suggerisce il servizio di Confidenze.
Ma c’è di più: il bello di questi pezzi è che se non hanno ancora perso smalto, continueranno a essere cool anche nelle stagioni future. Il che ci consente di sborsare qualcosa oltre il previsto al momento dell’acquisto con la coscienza a posto. La consapevolezza che dureranno una vita, infatti, placherà i sensi di colpa.
E’ andata così, per esempio, con il giaccone in cui da anni trovo rifugio inverno dopo inverno. Semplicissimo, leggermente avvitato e con cappuccio, è di una banalità sorprendente. Ma realizzato in un materiale che lo rende un’affidabile stufetta e che giustifica il prezzo esorbitante.
Infatti, quando l’ho comprato sono arrivata alla cassa con la testa che mi girava per lo spavento. Poi, però, ho fatto il conto di quanto lo avrei messo ed è venuto fuori che mi sarebbe costato meno di un capo modaiolo ogni anno. Magari bellissimo, ma di certo effimero.
Le mille vite del parka sono le stesse dei vecchi golf di cashmere presenti nei miei cassetti. Rigorosamente in colori basici, mi accompagnano da non ricordo quando. Perché tagli e tinte li rendono universali. E la qualità della lana, indistruttibili.
Certo, chi ama le novità e ha il piacere di stupire con stili creativi penserà che sono completamente matta e che la mia vestizione alla mattina sia di una noia mortale.
Può essere, non lo nego. Ma tanta fedeltà allo stesso look di giorno e di sera, in inverno come in estate mi esonera, per esempio, dal domandone tipico delle occasioni importanti. Infatti, «Cosa mi metto?» non è un quesito che mi appartiene: ovunque vada, fondamentalmente la mia divisa prevede sempre jeans e T-shirt. Completati dal giaccone imbottito o dal giacchino in denim, a seconda della stagione. Perché se l’abito non fa il monaco, di sicuro cinquetasche e maglietta fanno l’Albie.
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