La ballata di ogni donna nell’ultimo libro di Ian McEwan

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Ian McEwan fa quello che sa fare meglio: rinnova un linguaggio, amplifica i bassi della vita quotidiana, disegna ogni espressione dell'animo umano.

Nell’universo senza fine delle parole c’è un uomo che ha svolto tutti i mestieri che servono per tirar su un’opera vera, che regga e che resista al tempo, ai resi, al macero: geometra, geologo, muratore, architetto, ingegnere.

 

Lui si chiama Ian e non date retta a chi vi dice che è uno difficile, che leggerlo significa dover faticare in salita prima di poter prendere fiato se non con una lieve discesa almeno con un falsopiano. Lui si chiama Ian McEwan e scrive cose che una volta lette non vanno più via.

 

La ballata di Adam Henry è l’ultima fatica (titanica, aggiungerei) del grande autore anglosassone.

In 199 pagine ci sono tutti i temi scottanti e fatui dei nostri giorni: Fiona, donna vicina ai sessanta, giudice, è sposata con Jack. I due non hanno figli, per scelta. Un giorno Jack le dice che ha un’altra. Un’altra come sono tutte le altre dei mariti di mezza età: tanto giovane e tanto bella. Seguono giorni di delusione e abbandono. Poi, tra le tante cause giuridiche da decidere, arriva quella di Adam, giovane malato di leucemia, figlio di Testimoni di Geova. Il ragazzo sta per compiere 18 anni e, in linea con i dettami della sua religione, rifiuta la trasfusione di sangue che potrebbe salvargli la vita. Tocca a Fiona decidere se rispettare il volere di Adam o autorizzare lo staff medico a procedere anche contro la sua volontà.

 

Sono capaci più o meno tutti, se di mestiere fai lo scrittore, a mettere in piedi una trama. Bisogna vedere se sei in grado di creare una forza gravitazionale perfetta e invisibile, però. Per rendere possibili i movimenti, i salti, le torsioni, le cadute ed evitare che una frase di troppo o una serie di virgole, aggettivi, avverbi sguinzagliati senza arte ti schiaccino a terra senza alcuna pietà.

 

Ian McEwan fa quello che sa fare meglio: rinnova un linguaggio, amplifica i bassi della vita quotidiana, disegna ogni espressione dell’animo umano.

 

I rimpianti non sono definizioni nostalgiche ma azioni sbilanciate nel presente, spalle girate alle opportunità, prese di posizione orgogliose e sterili. Un uomo che va via può essere un uomo che stiamo allontanando e che vorrebbe soltanto tornare, se solo ci facessimo riconoscere. Un ragazzo che salvi, nel nome della legge e della vita, può essere lo stesso che ucciderai in nome di un’etica e di una morale che di umano non hanno nulla.

 

Non abbiate mai paura dei grandi libri. Non abbiate paura degli scrittori veri. La letteratura è una vertigine d’amore indimenticabile.

 

Leggendo…: Con acuta mossa strategica Jack ignorò il suo ultimatum. E rilanciò: – Secondo me non dovremmo arrenderci. Tu che ne dici?

  • Sei tu quello che ha deciso di mollare.
  • A me sembra che una parte di responsabilità sia anche tua.
  • Io però non sono quella che ha distrutto il nostro matrimonio.
  • Questo lo dici tu. 

Ian McEwan, La ballata di Adam Henry, Einaudi

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