Domenica ore 10. Mio figlio, 16 anni, chiuso in casa dall ‘8 marzo, guarda fuori a una giornata di sole e dice: «vado a fare un giro in bici». «Aspetta, ti accompagno» sospiro io. E così, muniti di autocertificazione, mascherine, guanti e caschetto, inforchiamo le bici e ci avventuriamo per una Milano deserta.
«Arriviamo solo fino a porta Romana», lo avverto «prendiamo il giornale e torniamo a casa». Poi è un attimo, i pedali girano veloci, le gambe hanno voglia di muoversi, l’aria fresca del mattino accarezza il viso e la città deserta e silenziosa sembra invitarci a percorrerla. In pochi minuti siamo dietro a piazza Duomo, ecco l’Università Statale deserta nei giorni che dovevano essere quelli del Salone del Mobile, ecco via Larga, piazza Fontana e dietro apparire le guglie del Duomo. Il traffico è pressoché nullo, persino il pavè e i tanto temuti binari del tram, i veri nemici dei ciclisti milanesi, non fanno più paura. Pedaliamo rilassati, anche se so di aver superato abbondantemente il limite dei 200 metri da casa, e che se ci fermano rischiamo la sanzione. Mentre rientriamo penso che erano anni che non facevo un giro in bici così per la città, che se avessimo fatto quel percorso in una giornata normale, in era-pre Covid- avremmo fatto indigestione di smog e inquinamento acustico.
Vi ho raccontato questo piccolo aneddoto familiare perché oggi 22 aprile è la Giornata Mondiale della Terra e l’appuntamento, il 50esimo, cade nel mezzo della più grande emergenza mondiale in corso, degli ultimi 70 anni. L’edizione di quest’anno era dedicata ai cambiamenti climatici, ma naturalmente sono state annullate tutte le manifestazioni previste per il World Earth Day se non quelle virtuali (Su Confidenze nell’articolo La terra ci chiama trovate anche le indicazioni su come seguire l’evento di oggi).
In queste settimane di contagi e quarantena abbiamo sentito dire da più parti, quasi levarsi come un grido, che il pianeta si sta ribellando, gettandoci addosso virus e pandemie, perché non ne può più di essere snaturato dall’uomo. Abbiamo sentito parlare di “Spillover” il salto di specie per cui il virus sarebbe passato dall’animale (ma quale poi il pipistrello? Il famigerato pangolino?) all’uomo e abbiamo sentito parlare di droplet, le goccioline d’acqua che contengono i germi e che sono sparse nell’aria, motivo per cui bisogna stare a distanza gli uni dagli altri e uscire il meno possibile.
Per contro stiamo vivendo questi giorni di distanziamento sociale, dove l’uso delle auto e dei mezzi di trasporto è praticamente ridotto a zero, come una grande occasione per adottare uno stile di vita diverso che sta già dando i suoi frutti. Sicuramente il primo è la riduzione dell’inquinamento atmosferico: la Terra sta ricominciando a respirare. A confermarlo sono i dati dell’ESA, l’Agenzia spaziale europea, che hanno registrato una riduzione dei livelli di biossido di azoto, così come i dati trasmessi dal satellite Copernicus Sentinel-5P hanno evidenziato nell’ultimo mese una riduzione dell’inquinamento atmosferico di circa il 45% in città come Milano e Roma, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Il prezzo del petrolio è sceso sotto i 20 dollari al barile, i benzinai piangono lacrime amare perché con le macchine ferme nessuno fa più benzina, ma il famoso PM 10 nell’aria è finalmente diminuito. Nei canali di Venezia sono riapparsi i pesci e in alcune delle nostre città sono tornati animali che prima non c’erano, oche, germani reali. Io la mattina, nel silenzio generale, sento in lontananza un gallo cantare, eppure abito in città, e non era mai successo prima. Chiunque si sia spinto per una passeggiata o un giro in bici per il centro di Milano avrà trovato una città silenziosa, con l’aria più pulita, traffico quasi zero e una primavera accogliente.
E allora pensiamo a questo 22 aprile e alla Giornata Mondiale della Terra come a una grande occasione per rinnovare la coscienza collettiva a prendersi cura dell’ambiente. Le settimane che verranno saranno decisive per organizzare la ripartenza, ma davvero vogliamo che tutto torni come prima?
Per oggi è prevista una “Maratona mondiale multimediale” dal titolo #OnePeopleOnePlanet, che verrà trasmessa in Italia sul canale streaming Rai Play: 12 ore in diretta dalle 8 alle 20 e che sostituisce almeno in parte l’annuale appuntamento con il Villaggio della Terra, la manifestazione ambientale più partecipata d’Italia, sospesa per il Covid 19.
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