Cinquant’anni fa, Il 1 dicembre del 1970 veniva approvata la Legge sul Divorzio: conosciuta come legge Fortuna-Baslini, dal nome dei primi firmatari del progetto in sede parlamentare: il socialista Loris Fortuna, avvocato, che aveva presentato un primo disegno di legge nel 1965, e Antonio Baslini, liberale.
La legge del 1° dicembre 1970, n. 898 “Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio” è la norma che forse ha più cambiato il volto e l’idea della famiglia italiana. Un provvedimento importante, soprattutto per le donne che vedevano finalmente riconosciuto dallo Stato il diritto di abbandonare situazioni coniugali di violenza e sopraffazione. Fino a quel momento l’Italia si era retta su famiglie parallele, figli illegittimi e relazioni extraconiugali ormai consolidate. Un affresco magistralmente riprodotto nel celebre film di Pietro Germi Divorzio all’italiana dove il delitto d’onore diventa l’arma per sciogliere un matrimonio infelice.
Il provvedimento era stato approvato dopo una serie di durissimi scontri a cui era seguito il discusso referendum popolare del 1974 che ratificò definitivamente la legge. Era un momento storico in cui sempre più donne iniziavano a desiderare una propria indipendenza economica e decisionale, rifiutando di vedere il matrimonio e la protezione offerta dal marito come l’unica alternativa.
Da allora l’idea di famiglia italiana si è evoluta nel tempo, dando spazio a nuova forme di convivenza e patti civili che sono nati anche come conseguenza di questa normativa.
È cambiata anche l’idea del matrimonio, ci si sposa in età più avanzata e spesso il matrimonio è il punto di approdo dopo un periodo di convivenza.
«Eppure ancora oggi» commenta l’avvocato Valentina Ruggiero, esperta in diritto di famiglia, «questa legge viene vista come una liberazione che permette di sciogliere matrimoni infelici, spesso violenti, e quindi salvaguardare il diritto di scelta di rimanere in un matrimonio».
Su Confidenze nella storia vera Un uomo dal passato vi raccontiamo di uno di questi matrimoni sbagliati e di come la protagonista di questa storia, sia riuscita a ricostruirsi una vita proprio grazie al divorzio dal primo marito.
Negli ultimi anni c’ è stato un aumento di divorzi e di disgregazioni matrimoniali, connessi anche alla raggiunta autosufficienza economica delle donne e alla loro maggiore libertà decisionale. L’ultima fotografia della famiglia italiana data dall’Istat nel 2018 parlava di 198.000 matrimoni celebrati in un anno, il 19% dei quali erano seconde nozze, facilitate dall’introduzione nel 2015 della cosiddetta legge del Divorzio breve (Legge 55/2015) che ha semplificato e velocizzato lo scioglimento del matrimonio, rendendo possibile risposarsi a un numero maggiore di coppie rispetto al passato.
E poi c’è la progressiva diffusione delle libere unioni. Queste, dal 1997-1998 al 2017-2018, sono più che quadruplicate passando da circa 329.000 a 1 milione 368.000 dice l’Istat.
In questi giorni in tanti stanno ricordando i 50 anni della Legge sul divorzio e per l’occasione esce anche un libro scritto da uno dei più autorevoli avvocati esperti di diritto di famiglia: La guerra dei Rossi di Gian Ettore Gassani, avvocato cassazionista del Foro di Roma e Presidente Nazionale e Fondatore di AMI (Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani per la tutela delle Persone, dei Minorenni e della Famiglia). Il sottotitolo del libro recita: “Racconti di famiglie e di violenze prima e durante il Covid-19” ed è una raccolta di casi di vita forense che vanno oltre le crisi di coppia, ma comprendono anche i conflitti tra genitori e figli, padri che non sono mai stati papà e madri che non sono mai state mamme.
L’ennesima emozionante testimonianza di un avvocato-scrittore, alle prese, con le vicende familiari più difficili e drammatiche che si sono consumate prima e durante il Covid 19.
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