Della mia passione per il blu Sellerio sapete già. Della mia passione per il giallo altolocato pure. Della mia convinzione che i libri rappresentino per l’andatura del mondo quello che un midollo spinale rappresenta per un corpo vivente, dopo anni di recensioni cadenzate settimanalmente in ogni dove, credo sia inutile parlare. Eppure…
Ricordate quel gioiello che la stessa Sellerio pubblicò nel novembre 2013, Curarsi con i libri, rimedi letterari per ogni malanno di Ella Berthoud e Susan Elderkin? Ecco, dell’edizione italiana si era occupato Fabio Stassi. A chiudere la sua breve introduzione queste parole: “Farsi contagiare dalla lettura, e andare da un libraio come si va dal farmacista, sarebbe un bel modo di decidere, finalmente, di curarci”.
E il “dottor” Stassi è tornato nei panni di Vince Corso, counselor della rigenerazione esistenziale, con un giallo dalla A alla Z, ogni lettera dell’alfabeto un capitolo per avvicinarsi alla soluzione di un mistero, la scomparsa della signora Parodi, e un’occasione per assumere dosi omeopatiche di biblioterapia.
Si può leggere seguendo la trama come gran parte dei libri, questo Sellerio qui. Oppure si può utilizzare come un bugiardino atipico e ragionato, una mappa per una caccia al tesoro nella quale la lettrice scomparsa non è l’anziana donna del condominio romano ma chiunque nella vita abbia affidato alla letteratura ampiamente intesa almeno un terzo della propria esistenza.
La letteratura cura? Certo. Ma prima porta a galla sintomi che denunciano malattie dell’anima e dell’esistenza. Cura, certo. Ma dopo. La letteratura non è un antinfiammatorio, non è un anestetico, non è un oppiaceo. È un esaltatore di sapidità sensoriale, uno stressor benevolo ma terribilmente severo, uno schiaffo che rianima.
“Nulla era stato trascurato dalla letteratura. Neppure il più insignificante fastidio. Ogni storia letteraria non era altro che un’infinita enciclopedia di anomalie e malesseri. Bastava saperla consultare. (…). Se i romanzi aboliscono la realtà è per smascherarla, per riconoscere il vero volto delle cose”.
Tra i libri consigliati da Vince sottolineo i miei preferiti: Lo spaccone di Walter Tevis (per chi è stato abbandonato e come terapia contro l’autocommiserazione), Il mare non bagna Napoli di Anna Maria Ortese (per correggere la miopia e altri problemi di vista), La vita davanti a sé di Romain Gary (per chi desidera che il tempo si riavvolga) e Chiedi alla polvere di John Fante (per chi non accetta le proprie cicatrici).
“I libri depurano la testa e il sangue, allontanano l’attrazione del vuoto e l’umor nero”.
Per ogni evenienza, ogni lacrima, ogni fremito rivolgetevi a Fabio Stassi c/o Vince Corso, La lettrice scomparsa, Sellerio Editore.
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