La più amata di Teresa Ciabatti

Mondo
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Una scrittura perfetta, uno sguardo spietato sulla propria vita, sui ricordi rimasti in sospeso, sugli eventi mai spiegati

“Ho un’infanzia felice. Barbie, pupazzi, bambole. Vestiti, scarpe, gioielli. E una testolina di polistirolo con capelli da pettinare a mio piacimento. Vivo in case grandi, d’estate in questa con la piscina, la mia piscina. Viaggio. Sono stata a Londra, New York, Parigi, Vienna, Grecia, Turchia, Disneyland. D’inverno mamma e papà ci portano a sciare: Cortina, Madonna di Campiglio, Svizzera. Ho visto il mare e la neve, le piramidi e il deserto, ho visto la stele di Rosetta e Topolino in carne e ossa. Ho visto ogni cosa, bambini che venite a scuola con me: sono diversa, inutile negarlo, io sono la figlia del Professore. Mio padre è l’uomo più importante della Maremma. Lui i poveri li cura gratis, il Professore ama i poveri. Spesso il pomeriggio, accompagnata dalla tata o da nonna, piombo in ospedale per salutarlo. Se opera, lo aspetto nella stanza riservata al personale dove passano i medici a rendermi omaggio. Belli e giovani. Tra le braccia di uno o dell’altro, io chiudo gli occhi: non fatemi vedere, ansimo sui loro petti muscolosi, ho così paura, quando si aprono le porte ed esce la barella, sopra il paziente addormentato, tumore. Dietro medici, infermieri, e per ultimo lui. I discepoli si spostano per lasciargli il passo”.    

Sono arrivata in ritardo, su questo libro.

Non mi piaceva la copertina (esatto), mi urtava il cognome dell’autrice (proprio così).

Poi una sera a cena una persona che non è tra le mie preferite ma alla quale riconosco (proprio così) una grande capacità di valutazione letteraria ha speso per questa autofiction parole grandi, pesanti di significato. Allora mi sono detta ‘Sai cosa? Adesso lo leggo. Di nascosto ma lo leggo’.

Teresa nasce insieme al suo gemello Gianni il 5 maggio 1972 a Orbetello, Grosseto. Sua madre si chiamava Francesca Fabiani, anestesista. Suo padre Lorenzo Ciabatti, chirurgo.

Teresa racconta una storia, la sua. La sua infanzia e quella prima di lei, la storia di suo padre e di sua madre. Racconta la ricchezza e dello splendore l’opacità, le ombre.

Una scrittura perfetta, forte e calibratissima, uno sguardo spietato, analitico e necessario sulla propria vita, sui ricordi rimasti in sospeso, sugli eventi mai spiegati.

Quell’Italia che ha preso di mira il senso della legalità e dello Stato è passata dentro casa di Teresa, la villa più bella di Pozzarello insieme a quella di Susanna Agnelli, la prima con piscina: la massoneria, Licio Gelli, il golpe Borghese.     

Questo padre, il Professore, amato stimato rispettato da tutti, chi era davvero? Un uomo buono oppure la figura pesante che si sdraiava di notte sul corpo acerbo della piccola Teresa – è vero o è un sogno, si chiede lei – mentre la mamma, esaurita, depressa, si sottoponeva per un anno intero alla cura del sonno?

Teresa scrive. E racconta. Magistralmente.

Viene solo voglia di abbracciarla.                                                                                                                                                                  

 

Teresa Ciabatti, La più amata, Mondadori

Confidenze