Il 60% delle donne ammette di provare imbarazzo al pensiero d’indossare il bikini in spiaggia. Un disagio diffuso, che ha ragioni profonde. Vale la pena di esplorarle con qualche riflessione
Un’indagine condotta dalla piattaforma online MioDottore Italia rivela che, in vista delle vacanze, il 60% delle donne prova ansia per la cosiddetta prova costume. Nello specifico, uno studio di Human Highway per Assosalute dice che il 37,3% degli italiani è preoccupato per il gonfiore, il 32,3% vorrebbe tonificare i muscoli e il 31,5% desidera perdere peso.
Quei modelli (negativi) di perfezione
Alla luce di questi dati, mi pare utile riflettere su che cosa determini ansia e disagio nei giorni di ferie. Forse le donne, quando stanno per partire per le vacanze, si rendono improvvisamente conto di non apprezzare le proprie forme? Magari, invece, le preoccupa il giudizio altrui, che può risultare duro e tagliente. A questo proposito, devono essere presi in considerazione gli effetti negativi di quel modello di perfezione e magrezza tanto spesso proposto ed esaltato dalla moda e dai social media. Molte ragazze, infatti, cercano di emulare le esili forme di certe modelle e influencer. Con esiti frustranti: s’impongono sacrifici inauditi pur di somigliare ai propri idoli e spesso si ritrovano comunque insoddisfatte, complessate e, di conseguenza, certamente tormentate dalla fatidica prova costume. Il disagio che molte donne provano nei confronti del proprio corpo, però, rappresenta un problema più complesso, che riguarda chi si trova davanti a un fisico imperfetto, ma non solo. Assai spesso anche donne in forma, con pance piatte e muscoli tonici, non si piacciono o si vedono in sovrappeso. Queste persone soffrono di dismorfofobia, un disturbo che causa preoccupazione cronica e sovente immotivata per un presunto difetto fisico. Di conseguenza, pur essendo snelle e armoniose, si percepiscono grasse e fuori forma. Possiamo sostenere che il corpo femminile è il “teatro dell’anima”, sul quale si palesano temi e problemi che, a livello conscio o inconscio, riguardano ogni persona.
Non a caso, proprio osservando la struttura del corpo di un uomo o di una donna, la terapia bioenergetica può individuare gli aspetti preminenti della sua personalità. In concreto, questo tipo di terapia considera gli obesi persone che, attraverso i chili di troppo, cercano di occupare spazio nel mondo per non sentirsi invisibili. È come se volessero dire: “Adesso non potete ignorarmi, occupo tantissimo spazio”. Non solo.
Chi è in sovrappeso sembra voler mostrare agli altri quanti pesi (metaforici e non) è costretto a portare e sopportare nella propria esistenza. Per contro, una persona che cerca di diventare sempre più magra sottolinea assai spesso due aspetti. Da una parte, il bisogno di diventare leggera, invisibile. Dall’altra, la necessità di utilizzare e sfruttare il meno possibile ciò che proviene da fuori di sé. Come il cibo, appunto.
Concludendo, mi pare chiaro che chi, invece, riesce a impostare un legame sano con il proprio corpo, curandolo con l’alimentazione corretta e uno stile di vita equilibrato, si sente bene nei propri panni d’inverno come d’estate. Senza temere la prova costume.●
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Articolo pubblicato su Confidenze n. 32 2023
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