Tutti noi restiamo atterriti dagli attentati dei terroristi islamici, un pericolo che ci minaccia in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo. Ma i terroristi non solo i soli personaggi di un orrendo paesaggio criminale.
Sono andata a prendere all’aeroporto una persona a me infinititamente cara, e l’aereo era in lieve ritardo. Con me c’erano altri che stavano aspettando amici o parenti. Prima il ritardo era piccolo. Poi aumentava.
I tabelloni continuavano a spostare l’orario di arrivo. L’ufficio informazioni non ci informava di niente. Io ero sconvolta. Diventavo sempre più isterica. Mi sono guardata intorno, nelle facce degli altri c’era la stessa espressione di paura.
Finalmente il volo è arrivato – c’è stato una specie di urlo di gioia collettivo. E quando i viaggiatori sono scesi, li abbiamo aggrediti con abbracci smodati, come se fossero tornati dalla guerra. Perché è così. Siamo in guerra tutti i giorni, pur abitando (ancora) nel piccolo pezzo di mondo che non viene bombardato e sterminato.
Ma le stragi dei terroristi si iscrivono in un contesto terribile che terribilmente ci somiglia.
Vai a casa, e accendi la tv. Non vuoi saperne di brutte notizie, eviti i notiziari, cerchi un film….e trovi al 90 per cento scene di ammazzamenti, quando va bene un colpo di revolver, ma più spesso nei modi più sadici, o pestaggi violenti, o pugnalate, o stragi.
Dietro c’è un’industria che produce violenza, la propaganda, la diffonde.
C’è una vastissima estetica dell’assassinio sempre più grande, la morte è il più grande business del mondo, di cui fa parte anche chi fa quei film e chi li acquista per trasmetterli – e noi che li guardiamo. Giro infernale.
Ora che la carta stampata langue, c’è un solo tipo di pubblicazioni che raggiungono tirature milionarie: quelle sulle armi. Se volete imparare a sparare, dovete mettervi in coda, i poligoni di tiro sono stracolmi. Il mercato delle armi è floridissimo, su piccola e su larga scala.
Questa è la realtà di cui ci nutriamo, e che respirano i bambini, giorno per giorno educati e anzi invitati a diventare piccoli assassini, o sadici, o prevaricatori, o tutto insieme.
Chi dirà basta? Nessuno. Perché la morte “vende”, sotto forma di attentati (che pacchia per i media! Charly Hebdo, il Bataclan, Bruxelles), e se ciò che vende uccide e ci uccide, pazienza – è il mercato, bellezza! Lo abbiamo eletto come nostro idolo e padrone e tu non ci puoi fare niente, niente.
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